Gazprom: “L’Europa non supererà l’inverno”. E Putin minaccia tagli se ci sarà il price cap
Lo spettro per Mosca di un price cap europeo al prezzo del gas allarma Vladimir Putin, che parlando al forum energetico della Settimana dell’energia russa ha minacciato di tagliare “risorse energetiche ai Paesi che ne limitano i prezzi”. Il tetto che l’Ue sta studiando – su proposta italiana – “è un gioco truccato che minaccia il benessere di miliardi di persone”. Una tattica messa in atto dal Cremlino per fare pressione sulla Commissione europea: “La Russia è pronta a forniture energetiche aggiuntive all’Europa – dice lo Zar – anche per questo autunno-inverno, la palla è in mano all’Ue”. Un aumento dei flussi che potrebbe avvenire attraverso “la parte rimasta intatta del gasdotto Nord Stream 2”, il raddoppio del gasdotto bloccato dalla Germania dopo l’inizio della guerra. Sull’attacco al Nord Stream 1, invece, Putin è tornato a esprimersi definendolo un “atto di terrorismo internazionale”.
“Un precedente pericolosissimo – ha detto – del quale hanno beneficiato gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Polonia. Non c’è bisogno di entrare nei dettagli, del resto, aumenta l’importanza dei restanti sistemi per il trasporto del gas, come il gasdotto Yamal-Europa, che attraversano il territorio della Polonia e dell’Ucraina. E anche gli Stati Uniti, ovviamente, ora possono fornire risorse energetiche a prezzi elevati”. Sull’argomento è intervenuto oggi anche il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che ha accusato gli Usa di vendere il GNL all’Europa ad un prezzo quadruplicato rispetto a quello destinato al mercato interno. “I prezzi del Gnl americano sono molto più alti – ha detto Putin – e questo era ben noto a tutti prima, ma lo è ancora di più adesso”.
Il capo di Gazprom Alexei Miller ha affermato che senza il gas russo “non c’è alcuna garanzia che l’Europa sia in grado di superare l’inverno”: “La Germania, ad esempio – ha spiegato – ha riserve di gas per due mesi, due mesi e mezzo al massimo”. Il presidente russo ha ricordato inoltre di essere venuto in soccorso dell’Ue “quando le petroliere americane che trasportano Gnl in Europa si sono girate a metà strada e hanno cambiato destinazione perché ai venditori di Gnl era stato offerto un prezzo più alto altrove”. “Tuttavia – ha concluso – i leader dei paesi europei preferiscono non ricordarlo. Al contrario, ci rimproverano di essere inaffidabili”.