Russia, proteste contro il governo di Putin a Mosca: oltre 1000 arresti
Dal 14 luglio i cittadini protestano contro l'esclusione di oppositori politici di Putin dalla prossime elezioni
Proteste in Russia contro il governo Putin: centinaia di arresti a Mosca
Proteste in Russia contro Putin, con non poche tensioni. Secondo l’ong Ovd-Info, sono circa 1000 le persone fermate finora nel centro di Mosca durante le manifestazioni contro l’esclusione di numerosi oppositori politici dalle elezioni comunali in programma l’8 settembre prossimo.
La polizia dà per ora notizia di 295 fermi, mentre secondo l’ong Ovd-Info, gli agenti ne hanno trascinate sulle loro camionette almeno il doppio.
A organizzare la protesta è stato l’oppositore del Cremlino Alexei Navalny, il quale ha annunciato che continuerà a convocare i raduni fino a quando ai dissidenti non sarà permesso di presentarsi alle elezioni amministrative.
Sono circa 3.500 le persone che hanno preso parte alla manifestazione, secondo i dati ufficiali, dopo che le autorità hanno impedito ai candidati dell’opposizione anti-Putin di presentarsi per il rinnovo del consiglio comunale di Mosca, 45 seggi della Duma, il cui voto è previsto l’8 settembre.
Proteste a Mosca, i precedenti
Gli arresti sono cominciati ancor prima dell’inizio della protesta contro l’esclusione di numerosi oppositori dalle elezioni in programma l’8 settembre. La decisione di escludere i candidati, per firme presumibilmente insufficienti nelle petizioni, ha scatenato diversi giorni di manifestazioni a luglio.
Precisamente, è dal 14 luglio che i cittadini protestano. La prima, inedita manifestazione era stata presentata come un incontro in piazza Pushkin, tradizionale ritrovo dell’opposizione, tra candidati esclusi dalle prossime elezioni e loro sostenitori.
Ma ben presto è diventata un corteo. I dimostranti hanno fatto tappa innanzitutto al municipio di Mosca. Finché Ljubov Sobol, vicina all’oppositore Aleksej Navalnyj, ora in arresto, si è arrampicata sulla facciata dell’edificio e ha invitato i dimostranti a dirigersi verso la sede della Commissione elettorale.
Le forze di sicurezza hanno seguito il corteo e sono intervenute in serata quando gli ultimi reduci hanno cercato d’improvvisare un sit-in notturno per chiedere “elezioni oneste”.
Durante quella prima manifestazione i fermi sono stati 38, sempre secondo l’osservatorio indipendente Ovd-info, tra cui gli oppositori Dmtrij Gudkov, Ilja Jashin e la stessa Sobol. Le autorità del resto avevano avvertito che avrebbero considerato l’incontro come un assembramento non autorizzato.
Gli arresti di massa di oggi sono ben più violenti.