Israele accusata di tagliare i fondi alle scuole private cristiane
33mila studenti di scuole cristiane del Paese non hanno ancora cominciato la scuola per protestare contro i tagli. Il governo è accusato di favorire le scuole ebraiche
Circa 2.500 persone si sono riunite ieri davanti all’ufficio del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, per protestare contro il taglio dei fondi alle scuole cristiane imposto dal governo.
Le critiche che i manifestanti rivolgono agli amministratori riguardano la volontà non dichiarata di spingere i cristiani a frequentare le scuole pubbliche israeliane e di agire per contrastare l’insegnamento dei valori cristiani nelle scuole.
L’amministrazione israeliana è accusata di elargire maggiori fondi a istituti ebraici ultra-ortodossi, piuttosto che distribuirli equamente tra le varie tipologie di istituti. Nonostante l’anno scolastico sia iniziato ufficialmente il primo settembre, gli insegnanti e i 33mila studenti di 47 scuole cristiane nel Paese, sono rimasti a casa per protesta.
In Israele le scuole private – tra cui quelle cristiane – ricevono una sovvenzione parziale da parte del governo, che copre circa tre quarti dei costi di gestione. Lo stato israeliano ha però tagliato alcuni fondi supplementari che le scuole hanno dovuto compensare con un aumento delle tasse d’iscrizione, un onere pesante in particolar modo per la minoranza araba cristiana, il cui reddito è tendenzialmente minore rispetto alla maggioranza ebraica.
In risposta alle proteste, il ministro dell’Istruzione israeliano Naftali Bennet ha affermato al quotidiano Jerusalem Post che in Israele le scuole cristiane sono regolate in maniera uguale alle altre scuole “non ufficiali riconosciute” – ovvero scuole che ricevono il 75 per cento dei fondi rispetto alle scuole statali, ma che sono quindi obbligate a insegnare solo il 75 per cento delle ore. Dopo anni di tagli ai fondi, le scuole cristiane ricevono ora solo il 29 per cento di quello che prendono le scuole statali.
I loro risultati però, secondo le statistiche ufficiali, sono tra i migliori di tutte le scuole in Israele, con il 69 per cento degli alunni iscritti all’università, contro il 61 per cento nel settore ebraico e il 50 per cento in quello musulmano.
I cristiani d’Israele provengono per lo più dalla comunità araba che vive nel Paese. Durante la manifestazione hanno partecipato anche alcuni membri arabo-israeliani del parlamento. I cristiani ricoprono oggi circa il 2 per cento della popolazione israeliana con circa 150mila persone.