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Home » Esteri

Francia, continua la protesta dei gilet gialli contro il caro benzina. Morto un secondo manifestante

Immagine di copertina
Credit: Afp

Caos in tutto il paese per la protesta contro il caro carburanti. Il ministro dell'Interno: "Manifestare è un diritto ma tragedie come questa vanno evitate"

Il 20 novembre 2018 è il quarto giorno di proteste in Francia contro il caro dei carburanti e si prevede che la manifestazione continui fino a sabato 24.

Il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, denuncia la “deriva totale” del movimento dei “gilet gialli”, condannando “la radicalizzazione” e il “numero troppo grande di feriti”.

“Assistiamo a una deriva totale di una manifestazione nata in modo casuale sabato e che ora si radicalizza con affermazioni non più coerenti, che vanno in tutte le direzioni”.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, dal canto suo, ha invitato al “dialogo” e al “confronto” per sedare le proteste dei gilet gialli. “Il governo sta attualmente affrontando proteste, è nel dialogo che possiamo uscire da queste, nel confronto, nella capacità di trovare sia il giusto ritmo che le soluzioni sul terreno”.

20 novembre – È morto il manifestante di 37 anni gravemente ferito lunedì 19 novembre: è il secondo decesso in seguito alle proteste dei ‘gilet gialli’. I feriti, secondo le forze dell’ordine, sono almeno 95. 

19 novembre – È ripresa per il terzo giorno consecutivo la protesta dei ‘gilet gialli’ in Francia: i manifestati sono riusciti a bloccare due depositi di carburante, secondo quanto riferito dal gruppo Total.

“Sono stati bloccati due depositi: a Vern vicino a Rennes e a Fos-sur-mer (Bouches-du-Rhone)”, ha riferito l’azienda. Al deposito di Lespinasse a nord di Tolosa, un manifestante, un tecnico aeronautico di 21 anni, è rimasto tutta la notte ai cancelli: “È importante o non avrò ottenuto nulla”.

Quanto costa la benzina in Francia, dove sono scoppiate feroci proteste e quanto in Italia: il confronto

Il bilancio dei feriti – Intanto si aggrava in Francia il bilancio dalle proteste dei ‘gilet gialli’ contro il caro carburante, sfociate sabato 17 novembre 2018 in tragedia con la morte di una manifestante, investita da un’automobilista presa dal panico perché la sua auto, in cui viaggiava con la figlia, era stata circondata dalla folla.

Secondo i dati forniti il 18 novembre dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner, i feriti degli scontri sono in tutto 409, tra cui membri  delle forze dell’ordine. “Siamo di fronte a una disorganizzazione totale, hanno tentato di entrare nelle prefetture, ci sono state azioni di grande violenza”, ha dichiarato il ministro.

Nel corso della notte circa 3.500 manifestanti sono rimasti svegli e sono stati effettuati più di settanta fermi: il dato complessivo è di 282 persone fermate e 157 in custodia cautelare.

La ricostruzione delle proteste –  Sabato 17 novembre è stato un giorno di dure manifestazioni in tutta la Francia. Per protestare contro il caro carburanti, da Digione a Rennes, da Parigi a Bordeaux, almeno 50mila manifestanti hanno indossato i gilet catarifrangenti gialli e organizzato migliaia di blocchi stradali.

La prefettura delle Alpes-Maritimes aveva lanciato un appello agli utenti della strada affinché “non venga messa a rischio la loro sicurezza e quella altri” e il ministro Castaner aveva dichiarato che il livello di preoccupazione delle autorità era “massimo”.

“Il diritto di manifestare è essenziale in questo paese, e deve essere protetto”, aveva detto. “Ma dobbiamo anche garantire che l’organizzazione minima dell’evento eviti questo tipo di tragedie”.

A Parigi centinaia di manifestanti hanno bloccato parte degli Champs Elysees, al grido di “Macron dimettiti” e tensioni si sono verificati anche a place de la Concorde e vicino all’Eliseo. Si sono verificati scontri con le forze dell’ordine, che hanno lanciato lacrimogeni per respingere i dimostranti.

Una donna è morta idopo essere stata investita da un’auto a Pont-de-Beauvoisin in Savoia.

Secondo quanto riferisce il quotidiano francese Le Figaro, l’automobilista è una madre che stava portando la figlia malata dal medico: quando i manifestanti hanno iniziato a sbattere contro la sua auto, la donna avrebbe improvvisamente accelerato. L’azione ha provocato la morte di una persona e il ferimento lieve di un agente della polizia. L’automobilista, sotto shock, è stata immediatamente arrestata.

Un incidente analogo si è verificato sulla tangenziale di Besançon, dove un’auto si è scontrata con altre due vetture: due persone sono rimaste leggermente ferite.

A Ille-et-Vilaine i manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio dopo aver appreso della morte dell’attivista a Pont-de-Beauvoisin.

 

Cos’è il movimento dei gilets jaunes Alla base della protesta che attraversa la Francia c’è il movimento dei ‘gilets jaunes’ (gilet gialli), che prende nome dal giubbotto catarifrangente obbligatorio per legge su ogni automobile. Il movimento è spontaneo ed è nato a margine di partiti e sindacati.

Costituito da migliaia di cittadini organizzati in collettivi, e alimentato dal malcontento della classe medio-bassa, è riuscito a fare rete sui social contro l’aumento del prezzo del carburante, che salirà dal 2019 di sei centesimi al litro per il diesel e tre centesimi al litro per la benzina fino al 2022. L’obiettivo è rendere meno costosa la benzina rispetto al diesel, più inquinante, e promuovere la transizione energetica. Tuttavia, molti dei manifestanti vivono in zone extraurbane lontane dai grandi agglomerati francesi e assicurano che l’auto è il loro unico mezzo di trasporto.

Il movimento, secondo un sondaggio, gode dell’appoggio del 74 per cento della popolazione francese. Politicamente ha ricevuto un sostegno trasversale che va dalla leader di estrema destra Marine Le Pen, al capofila della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon, e ancora a Laurent Wauquiez (Les Republicains) e al sovranista Nicolas Dupont-Aignan.

Per smorzare il malcontento sociale e cercare di controbilanciare gli aumenti, il governo ha annunciato un piano che prevede tra l’altro un assegno energia annuale di 200 euro per aiutare 5,8 milioni di francesi in difficoltà a scaldare la propria casa e un assegno carburante che prevede un piccolo rimborso spesa mensile dei costi di trasporto sostenuti da alcune categorie di lavoratori.

Il presidente Macron perde popolarità e cala nei sondaggi – La questione del caro benzina è talmente sentita che si sta rivelando un boomerang anche per il presidente Emmanuel Macron, ulteriormente in calo nei consensi, crollati ormai al 27 per cento, il livello più basso dall’insediamento all’Eliseo nel maggio 2017.

Secondo un sondaggio per il Journal du Dimanche, Macron perde altri 4 punti, un risultato che lo pone appena sopra Francois Hollande, che allo stesso momento del suo mandato aveva un 20 per cento di popolarità ma molto sotto Nicolas Sarkozy, che aveva il 44 per cento di gradimento.

I francesi si dichiarano molto insoddisfatti dell’esecutivo: il premier Edouard Philippe perde sette punti e si ferma la 34 per cento.

“Molto soddisfatti” di Macron sono il 4 per cento dei francesi, “piuttosto soddisfatti” il 21 per cento. Quelli “piuttosto scontenti” di Macron sono il 34 per cento e i “molto insoddisfatti” sono il 39 per cento. Solo il 2 per cento non si pronuncia.

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