Pronti ad attaccare l’Isis
John Kerry è arrivato a sorpresa in Iraq. Stasera si attende l'annuncio di Obama sull'attacco allo Stato Islamico
Il segretario di Stato Usa John Kerry è arrivato a sorpresa a Baghdad. La sua visita in Iraq non era annunciata.
Il capo della diplomazia americana sta cercando di coalizzare un fronte comune con i Paesi arabi per fermare l’offensiva jihadista dell’Isis in Iraq e Siria.
“L’Isis è l’anti-Islam e nel mondo moderno non c’è spazio per la loro barbarie e la loro brutalità”: lo ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, a Baghdad sottolineando come sia necessario andare avanti con una strategia che coinvolga una coalizione internazionale che sia la più ampia possibile.
Domani è prevista, a Gedda, in Arabia Saudita, la giornata conclusiva di una due giorni di riunione con vari Paesi del Golfo per creare la coalizione anti-Isis.
Nel corso della sua visita in Iraq, Kerry cercherà anche di fare pressione sul nuovo primo ministro, lo sciita Haider al Abadi, per scongiurare ulteriori attriti tra governo e le minoranze sunnite e curde. L’ex premier Nouri al Maliki era stato accusato in passato di favorire gli sciiti.
Questa volta al Abadi ha detto che il suo governo creerà un’unità nazionale composta da milizie locali per garantire la sicurezza delle 19 province dell’Iraq al fine di includere in questa nuova formazione anche i sunniti e i curdi.
Kerry in visita ha anche affermato che “l’esercito iracheno sarà ricostituito e addestrato”. La formazione di un governo iracheno, estremamente voluta dagli Usa, rappresenta un primo passo nella giusta direzione: nel piano statunitense, l’Iraq avrà un ruolo cruciale negli sforzi per riunire una coalizione globale contro gli jihadisti.
Kerry discuterà anche di “come gli Stati Uniti possono incrementare il sostegno al nuovo governo iracheno nello sforzo comune di sconfiggere l’Isis e la minaccia che pone all’Iraq, alla regione e al mondo”, ha spiegato la portavoce del dipartimento di Stato americano, Jen Psaki. E il segretario di Stato incontrerà anche il presidente iracheno Fuad Masum, il presidente del Parlamento, Salim al-Juburi, e il ministro degli Esteri, Ibrahim al-Jaafari.
Secondo il New York Times, il presidente Obama sarebbe pronto ad autorizzare raid aerei in Siria. Il quotidiano statunitense ha citato un alto funzionario dell’amministrazione Obama riferendosi alla strategia militare degli Stati Uniti contro l’Isis in Iraq e Siria.
Obama ha discusso dei suoi piani in una cena bipartisan con esperti di politica estera lunedì notte, alla Casa Bianca, e ha detto di avere l’autorità per attaccare il gruppo terroristico su entrambi i lati del confine tra Iraq e Siria, secondo quanto scrive il Washington Post.
Il discorso di Obama sull’attacco contro l’Isis è atteso per questa notte (alle 21 ora americana) poco prima dell’anniversario per gli attentati dell’11 settembre. Qualche giorno fa era stato dichiarato da un funzionario americano che per sconfiggere lo Stato Islamico ci sarebbero voluti almeno tre anni.
Obama annuncerà la sua strategia al grande pubblico, impegnandosi a colpire l’Isis “dovunque siano i suoi obiettivi strategici”, secondo le parole dell’ex sottosegretario alla difesa Michele Flournoy, che ha partecipato alla cena.
“Le persone informate dei piani del presidente riferiscono di una campagna militare che sarà molto più lunga e complessa degli attacchi degli Stati Uniti contro Al Qaeda in Yemen e Pakistan”, scrive il New York Times.
Ieri la Casa Bianca, tramite un comunicato, ha fatto sapere che “il presidente, il vicepresidente e i leader del Congresso hanno avuto una discussione produttiva in cui hanno espresso il loro sostegno per un’operazione che indebolisca e successivamente distrugga l’Isis”:
La strategia rappresenta un cambio di passo importante per Obama, che ha tentato fin dall’inizio della sua presidenza di ridurre l’impegno militare degli Stati Uniti in Medio Oriente.