A processo l’attivista svedese che bloccò un aereo per impedire il rimpatrio di un afghano
La giovane attivista ha fermato un aereo diretto a Istanbul e adesso rischia fino a sei mesi di carcere per non aver rispettato gli ordini del comandante
La giovane attivista svedese, Elin Ersson, che impedì da sola la deportazione di un uomo di di 52 anni in Afghanistan sta per essere perseguita legalmente dal suo paese.
Elin Ersson aveva trasmesso in una diretta Facebook il suo gesto: la ragazza si era rifiutata di prendere posto a bordo di un volo della compagnia Swedavia Airlines diretto a Istanbul da Göteborg, annunciando che non avrebbe fatto partire l’aereo se l’uomo di origini afghane fosse rimasto a bordo.
Anche altri passeggeri, tra cui un’intera squadra di calcio, si sono uniti alla protesta iniziata dalla ragazza e alla fine le autorità sono state costrette a far scendere il rifugiato.
A seguito dell’incidente, precisamente il 19 ottobre, i pubblici ministeri svedesi hanno annunciato che Ersson sarebbe stata perseguita dal tribunale distrettuale di Göteborg.
La ragazza è accusata di non aver rispettato i comandi del capitano e dall’equipaggio e di essersi rifiutata di sedersi, secondo quanto riferito dai procuratori.
La pena potrebbe arrivare fino a 6 mesi di prigione. Al momento non è stata ancora fissata una data per l’inizio del processo.
La protesta di Elin Ersson
Il 23 luglio 2018 la ragazza, impegnata negli studi per diventare assistente sociale, era a bordo di un volo della compagnia Swedavia Airlines diretto a Istanbul da Göteborg quando ha annunciato che non avrebbe fatto partire l’aereo se l’uomo di origini afghane fosse rimasto a bordo.
Tra i passeggeri, infatti, c’era anche l’uomo che doveva essere deportato in Afghanistan dal servizio di immigrazione svedese. Elin Ersson non voleva accettare quella crudeltà.
“In Afghanistan c’è la guerra e quest’uomo deve andare incontro alla morte?”.
Così la giovane Elin si è alzata dal proprio posto e ha iniziato un live streaming su Facebook nel quale ha annunciato le sue intenzioni. Secondo la ragazza è perfettamente legale rifiutarsi di sedersi su un aereo per fermare un’espulsione.
“È umano e merita di vivere. In Svezia non abbiamo la pena di morte, ma la deportazione in un paese in guerra può può significare morte certa. Se qualcuno ha commesso un crimine, dovrebbe scontare la pena in Svezia”, ha spiegato la ragazza.