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Usa 2020, primarie democratici in Iowa. Pete Buttigieg vince di un soffio, battuto al fotofinish Bernie Sanders

Con diversi giorni di ritardo è finalmente arrivato il risultato definitivo dei caucus in Iowa

Primarie dem in Iowa per Usa 2020: il risultato

Pete Buttigieg ha vinto i caucus in Iowa: è questo il risultato definitivo della prima tappa delle primarie dem in vista delle elezioni Usa del 2020.

Buttigieg (qui il suo profilo), sindaco di South Bend, ha ottenuto il 26,2 per cento contro il 26,1 per cento di Bernie Sanders, grande favorito della vigilia, che nei giorni precedenti si era dichiarato vittorioso in virtù del voto popolare.

Il risultato, dunque, consente a Buttigieg di ottenere più delegati di Bernie Sanders in questa prima tappa delle primarie dem.

La senatrice Elizabeth Warren arriva terza col 18 per cento, seguita dall’ex vice presidente Joe Biden col 15,8 per cento. Quinta la senatrice Amy Klobuchar col 12,3 per cento.

“È una notizia fantastica”: così Buttigieg ha commentato i risultati delle primarie democratiche statunitensi in Iowa, complimentandosi anche con il suo rivale Bernie Sanders. Quest’ultimo, invece, ha ammesso la sconfitta, arrivata sul filo di lana, con le seguenti parole: “Tutti noi capiamo quale minaccia rappresenti Donald Trump per il nostro Paese e per il mondo, e io penso che posso parlare per tutti i candidati affermando che, a prescindere da chi vincerà la nomination, lavoreremo insieme per sconfiggerlo”.

Il primo cittadino, intanto, si trova già in New Hampshire dove l’11 febbraio ci sarà il secondo appuntamento delle primarie.

Le primarie dem si sono tenute in Iowa il 3 febbraio in vista delle Elezioni Usa 2020. (Qui abbiamo spiegato perché le primarie in Iowa sono un test decisivo).

Risultati in ritardo

Intanto, è ancora polemica sui ritardi inerenti al risultato. Si è trattato di un ritardo clamoroso, che ha messo in serio imbarazzo i democratici. Il giorno dello spoglio, avvenuto ormai 3 giorni fa, alle 23 ore locali, le 5 del mattino in Italia, erano state conteggiate solamente il 25 per cento delle schede. Nel 2016, alla stessa ora, era stato conteggiato l’80 per cento dei voti.

Secondo quanto dichiarato dal Partito Democratico, i ritardi dei risultati in Iowa mostrano delle “contraddizioni” ma “non sono il risultato di un’intrusione di hacker”.

I problemi dei democratici nella diffusione dei risultati avevano scatenato anche l’ironia del presidente Donald Trump che su Twitter ha scritto: “Grande vittoria per noi nell’Iowa questa sera. Grazie!”.

Mai come quest’anno le primarie democratiche sono incerte. Difficili da decifrare. L’attesa per l’Iowa è alta perché durante le ultime cinque primarie del Partito Democratico chi ha vinto qui e stato poi il candidato alle elezioni presidenziali.

Primarie dem in Iowa, fondamentali per le elezioni Usa 2020

Come ormai tradizione dal 1972, negli Stati Uniti è il piccolo Iowa a tenere a battesimo le primarie del Partito Democratico dove si determina chi è lo sfidante di Donald Trumpimpeachment permettendo, alle elezioni del 3 novembre 2020.

Per molti critici le primarie nello Iowa sono scarsamente indicative visto che si tratta di uno Stato, prettamente agricolo, dove soltanto il 27 per cento della popolazione non è bianca, oltre al fatto che verranno eletti un numero molto ridotto di delegati (basti pensare che la California ne andrà a designare 415). Ma, scaramanzia o meno, chi si è guadagnato questo piccolo stato ha poi vinto le primarie negli Stati Uniti: non è un caso che da tempo tutti i candidati in corsa stanno battendo palmo a palmo le contee di questo piccolo stato che, per una sera, avrà tutti gli occhi del mondo puntati addosso.

Con questi Caucuses in Iowa – almeno cinque contendenti restano in lizza per la nomination (ma ufficialmente, in corsa, ce ne sono ancora dodici). I sondaggi davano Joe Biden favorito, ma ogni candidato mostrava specifici punti di forza; quindi ogni candidato, Biden compreso, ha anche dei limiti importanti.

L’Iowa è la prima tappa di una lunga stagione, che per i democratici si concluderà il 6 giugno con il voto nelle Virgin Islands. Con ogni probabilità, il candidato vincente sarà scelto a primavera inoltrata, magari dopo il 28 aprile, quando le primarie a New YorkPennsylvania e altri Stati del nord-est assegneranno oltre seicento delegati.

Alcuni prefigurano uno scenario ben più drammatico: una brokered convention (a Milwaukee, dal 13 luglio), una convention senza che nessuno abbia raggiunto i 1990 delegati necessari per sfidare Donald Trump a novembre. A quel punto potrebbe essere guerra totale, con le fazioni del partito in lotta per la vittoria.

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