Le previsioni (quasi) esatte di Steve Jobs sul futuro del web
Nel 1996, prima di cambiare il mondo della tecnologia con iMac, iPod e iPhone, Jobs offriva delle previsioni sul futuro che oggi stupiscono per la loro accuratezza
Nel 1996 la realtà di Internet era molto diversa da quella che conosciamo oggi: solo l’anno prima Microsoft aveva introdotto il browser Internet Explorer nel suo pacchetto-base, consentendo a molti (seppur ancora pochi rispetto ai numeri di oggi) di scoprire il mondo della rete; Google era ancora un progetto di ricerca a Stanford; Amazon era una piccola startup per la vendita di libri, e non esistevano smartphone, lettori musicali mp3 e moltissimi altri accessori di uso quotidiano al giorno d’oggi.
Un personaggio che ha contribuito a dare forma all’attuale panorama tecnologico è sicuramente Steve Jobs, che proprio nel 1996 tornò dopo un decennio alla guida dell’azienda che aveva fondato, Apple, e negli anni prima della sua morte nel 2011 introdusse sul mercato alcuni degli oggetti oggi più usati e imitati al mondo.
Il sito Business Insider ha ora riscoperto un’intervista che Jobs concesse alla rivista statunitense Wired proprio nel 1996, prima ancora di tornare a capo dell’azienda di Cupertino, in cui il futuro amministratore delegato che avrebbe prodotto iMac, iPod e iPhone. Quell’intervista offriva delle previsioni sul futuro della rete che oggi sorprendono per la loro accuratezza.
Eccole:
– nel futuro (ovvero oggi), il web sarà onnipresente. “Ci saranno suoni di connessione al modem ovunque. E tutto ciò che è onnipresente è interessante”.
– sul web, il commercio avrà un grandissimo successo. Alla domanda sui principali beneficiari del web, Jobs disse che sarebbero stati proprio coloro che avessero qualcosa da vendere: “La gente smetterà di andare in un sacco di negozi, e comprerà roba sul web!”. All’epoca Amazon era solo una piccola startup, e oggi il suo fatturato equivale a 105 miliardi di dollari (2015).
– Internet sarà un modo formidabile per evitare l’intermediazione: “Il modo migliore per pensare al web è come un canale di distribuzione direttamente-al-consumatore, sia che si tratti di informazioni o di commercio. Si bypassano tutti gli intermediari. E ci sono un sacco di intermediari in questa società, che generalmente tendono a rallentare le cose e a renderle più costose. La loro eliminazione avrà un effetto profondo”.
– “Le grandi aziende che non faranno attenzione a questo nuovo rivale e non si adatteranno, finiranno male, mentre chi saprà guardare avanti verrà ricompensato.” Compagnie discografiche, librerie o anche compagnie di taxi probabilmente oggi darebbero ragione a Jobs.
– Un’altra previsione di Jobs riguarda il modello di business dell’azienda automobilistica statunitense Tesla, che oggi ha pochissimi concessionari dove vedere dal vivo le auto, che invece possono scegliere il modello desiderato online. “Si spendono miliardi e miliardi per l’inventario. L’inventario non è una buona cosa: costa tantissimo, è suscettibile ad atti di vandalismo, diventa obsoleto, e di solito l’auto che si desidera, nel colore desiderato, non c’è comunque. Non sarebbe bello per sbarazzarsi di tutto questo? Basta avere una macchina bianca da provare, e magari un laserdisc in modo da poter osservare gli altri colori. Poi si ordina la macchina e arriva in una settimana. L’elettronica va velocissima, quindi non ci sarebbe più tutto il tempo perso per far arrivare le richieste dell’acquirente alle varie parti dell’ingranaggio di vendita”.
– Jobs sembra aver previsto anche servizi di archiviazione via cloud come iCloud o Google Drive: “Io non archivio niente, davvero. Uso un sacco di e-mail e il web, e in questo modo non ho archivi fisici da gestire. Il mio modo preferito di ricordare a me stesso di fare qualcosa è quello di scrivermelo via e-mail. Quello è il mio archivio”.
– Un ulteriore commento valido ancora oggi rispetto all’uso del web, è quello secondo cui la grande quantità di informazioni a cui abbiamo accesso non equivalga necessariamente a un accrescimento culturale o personale. “Le persone pensano meno che in passato. È soprattutto colpa della televisione. Le persone leggono meno e pensano meno. Quindi, non vedo molte persone utilizzare il web per ottenere maggiori informazioni: siamo già in sovraccarico di informazioni. Non importa quante informazioni il web possa contenere, la maggior parte delle persone ha già più informazioni di quante possa assimilarne”.
Per compensare queste intuizioni, Jobs disse comunque qualcosa che forse oggi risulta riduttivo rispetto alla portata delle innovazioni della rete, e che si può annoverare tra le previsioni errate, o quantomeno troppo prudenti: “Il web sarà molto importante. Sarà però un evento che cambia la vita di milioni di persone? No. Cioè, forse. Ma non è un “sì” assicurato, almeno a questo punto. E probabilmente sarà un cammino lento. Non sarà certamente come la prima volta in cui qualcuno ha visto un televisore. Non sarà certamente profondo come quando qualcuno in Nebraska ha sentito per la prima volta una trasmissione alla radio. Non avrà un effetto così profondo”.