In Finlandia la popolarità del partito populista al governo è diminuita
Timo Soini, leader del movimento Finns, ha annunciato le sue dimissioni per giugno, aprendo una crisi nella dirigenza del partito populista al governo in Finlandia
Quando sono arrivati al potere in Finlandia nel 2015, i populisti del partito Finns avevano cavalcato l’onda del discontento per la crisi del debito nell’Unione europea. Due anni dopo la loro popolarità è diminuita, soprattutto perché non sono riusciti a portare a termine alcuni degli obiettivi del loro programma.
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La conferma del periodo difficile che sta attraversando il partito finlandese arriva con le dimissioni annunciate dal suo leader storico, il ministro degli Esteri Timo Soini, che dovrebbero arrivare a giugno. Secondo gli analisti politici il declino del populismo finlandese sarebbe legato all’incapacità dei suoi dirigenti di prendersi delle responsabilità e di gestire il loro progressivo ingresso nell’establishment.
Sono due le possibili prospettive per l’era post Soini: la scelta di un leader più moderato per sostituirlo che potrebbe portare alla perdita di molti sostenitori oppure perseguire la strada dell’estremismo a rischio di essere marginalizzati.
Tra i punti più discussi dell’amministrazione finlandese in carica ci sarebbero l’incapacità di cancellare la tassa sulle automobili e l’approvazione di un provvedimento di salvataggio a sostegno della Grecia. In generale si registra la difficoltà dei partiti populisti nel rispettare le grosse promesse annunciate in campagna elettorale.
La situazione finlandese potrebbe servire da esempio ai vari governi che in Europa stanno affrontando il pericolo del populismo e suggerire la soluzione migliore tra l’integrazione delle loro idee o l’opposizione ferma per evitare le infiltrazioni degli estremismi.
In Olanda, in vista delle elezioni di aprile, i principali partiti hanno già aperto le porte al movimento anti islamico e anti europeista di Geert Wilder. In Svezia i gruppi extraparlamentari che hanno progressivamente guadagnato consenso nel paese non sono riusciti ancora a collaborare con i democratici svedesi mentre sembrerebbero più vicini ai conservatori.
Il futuro post Soini è segnato dalla competizione per la nuova dirigenza del partito tra Sampo Terho, capogruppo di Finns in Parlamento, e Jussi Halla-aho, che ha un seggio nel Parlamento europeo. Il cambiamento in vista potrebbe finire per esasperare le posizioni estremiste euroscettiche e generare instabilità nel governo, portando il partito a perdere il potere.
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