La Polonia avvia l’iter di uscita dalla Convenzione europea sulla violenza contro le donne
La Polonia uscirà dalla convenzione sulla violenza contro le donne
La Polonia avvierà lunedì il processo di uscita dalla Convenzione di Istanbul, il trattato del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza sulle donne e a quella domestica. Lo ha annunciato sabato 25 luglio il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro. La Convenzione di Istanbul, adottata nel 2011, è il primo strumento sovranazionale che stabilisce standard giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza di genere. Il governo polacco ha firmato la Convenzione di Istanbul nel 2012 e l’ha ratificata tre anni dopo, quando il Paese era governato da una coalizione centrista. Ziobro all’epoca aveva detto di considerarla “una creazione femminista che mira a giustificare l’ideologia gay”.
Il trattato sulla violenza contro le donne ha creato polemiche e divisioni anche in altri Paesi dell’Europa orientale, con gli europeisti generalmente a favore e i leader nazionalisti contrari, come il premier ungherese Viktor Orban. Il 6 luglio scorso, infatti, il Parlamento di Budapest ha respinto la ratifica della Convenzione sostenendo che essa promuoveva “l’ideologia distruttiva di genere” e della “migrazione illegale”. Ieri, venerdì 24 luglio, migliaia di persone a Varsavia hanno manifestato contro i piani del governo conservatore polacco e le dichiarazioni di diversi esponenti dell’esecutivo, dal vice ministro della Giustizia, Marcin Romanowski, il quale ha definito il trattato “un tentativo dei neo-marxisti e dei sostenitori dell’ideologia di genere” di imporre i loro credo ai polacchi, alla ministra del Lavoro, Marlena Maciag, la quale già la settimana scorsa ha annunciato l’intenzione di uscire dal trattato europeo.
Leggi anche: Ungheria, Orban boccia la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne