La polizia tedesca ha chiuso la moschea frequentata dall’attentatore di Berlino
Le autorità hanno proibito l'ingresso nella moschea di Anis Amri, perquisendo 24 luoghi sospettati di essere al centro di attività terroristiche nella capitale tedesca
La polizia tedesca ha perquisito 24 luoghi a Berlino sospettati di essere al centro di attività terroristiche. Tra questi le autorità hanno chiuso la moschea frequentata da Anis Amri, l’attentatore di origine tunisina che il 19 dicembre 2016 si era scagliato con un tir sul mercatino di Natale della Chiesa della memoria a Berlino uccidendo 12 persone e ferendone 48.
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La moschea Fussilet, nel quartiere di Moabit, è stata proibita ai fedeli. L’operazione di polizia che ha portato alle perquisizioni e alla chiusura del luogo di preghiera è stata condotta da 460 agenti.
Gli inquirenti ritengono che Amri avesse frequentato più volte la moschea che era usata anche per organizzare altri attentati. In particolare, era il punto di raccolta dei fondi per condurre operazioni terroristiche in Siria.
Inoltre, nell’associazione i musulmani seguivano lezioni di dottrina islamica durante le quali erano radicalizzati e spinti ad appoggiare la militanza armata in Siria. I frequentatori del luogo di culto provenivano in particolare da Turchia e regioni del Caucaso.
“Oggi è stato dato un segnale chiaro, per dire che qui non c’è posto per chi promuove la violenza, recluta militanti per lo stato islamico e fa donazioni per attentati in Siria e Iraq”, detto Andrea Geisel, il ministro dell’Interno della capitale tedesca.
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