La polizia messicana è accusata di 22 esecuzioni extragiudiziali
La violazione dei diritti umani è avvenuta nel corso di un blitz contro un cartello della droga in un ranch nello stato di Michoacan
La polizia federale messicana è accusata di aver ucciso 22 persone in esecuzioni extragiudiziali in un blitz contro un cartello della droga alcuni mesi fa.
Si era trattato di una delle più sanguinose operazioni di polizia nell’ambito della guerra ai cartelli della droga in Messico.
Un agente di polizia e 42 sospetti, tra cui le 22 esecuzioni extragiudiziali, sono stati uccisi nel blitz avvenuto in un ranch nello stato di Tanhuato, nello stato di Michoacan, il 15 maggio scorso.
I poliziotti hanno detto di aver risposto al fuoco per autodifesa, ma il numero di morti ha destato sospetti.
La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (Cndh) che ha indagato sul caso sostiene che la polizia avrebbe tentato di coprire l’episodio.
I gruppi per i diritti umani nel paese chiedono da tempo un miglioramento degli standard di rispetto dei diritti umani da parte della polizia e la fine delle uccisioni arbitrarie.
Inizialmente era stata diffusa da parte dello stesso governo una versione diversa dell’accaduto: due bande di droga locali si erano scontrate e i morti erano stati identificati come membri di uno dei due cartelli.
Secondo il rapporto della Cndh, la polizia ha usato un elicottero Black Hawk durante l’operazione, sparando circa 4.000 colpi nel ranch, noto come il Rancho del Sol, durante l’assalto.
L’elicottero è stato poi colpito con armi da fuoco. La Cndh afferma inoltre che 5 sospetti sono stati uccisi durante l’attacco dell’elicottero, 22 sono stati arbitrariamente giustiziati, 15 sono morti in circostanze poco chiare, 2 corpi sono stati bruciati dalla polizia, 2 sospetti sono stati torturati mentre erano in custodia della polizia.
“L’inchiesta ha confermato i fatti che mostrano gravi violazioni dei diritti umani attribuibili ai dipendenti pubblici della polizia federale”, ha dichiarato il presidente della Commissione Luis Raul Gonzalez Perez.
Renato Sales, il commissario per la sicurezza nazionale messicana ha però rigettato le accuse dicendo che “l’uso di armi era necessario e proporzionale per far fronte all’aggressione reale, imminente e illegale”, sostenendo quindi che gli agenti avrebbero agito per legittima difesa.
Michoacan è uno degli stati più violenti del Messico a causa della rivalità tra i cartelli della droga.