La polizia indaga sulle circostanze della morte del gorilla dello zoo di Cincinnati
La polizia ha specificato che l'inchiesta giudiziaria riguarda solo la famiglia del bambino e non lo zoo di Cincinnati
Continua la polemica, che ormai si è allargata in tutto il mondo, per la morte del gorilla allo zoo di Cincinnati, in Ohio, ucciso dopo che un bambino di tre anni era caduto nel suo recinto.
È intervenuta anche la polizia, che sta indagando sulle circostanze che hanno portato all’uccisione del gorilla di nome Harambe, di 17 anni.
Sono stati in tantissimi a criticare la scelta degli addetti dello zoo di abbattere l’animale, e non sono mancate le critiche, in molti casi estremamente pesanti, all’incoscienza dei genitori del bambino. La polizia ha specificato che l’inchiesta giudiziaria riguarda solo la famiglia del bambino e non lo zoo.
Lo zoo sostiene di non aver avuto altra scelta, dal momento che se gli addetti avessero lanciato un sedativo avrebbero potuto provocare una reazione violenta dell’animale, infastidito dal colpo o comunque il sedativo non avrebbe agito in tempo.
Gli animalisti, che hanno organizzato manifestazioni di protesta, hanno accusato lo zoo di negligenza.
Un gruppo per i diritti degli animali con sede a Cincinnati ha detto di aver presentato al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), una denuncia contro lo zoo.
I genitori del ragazzo, che hanno subito lievi ferite nell’incidente, hanno dovuto affrontare pesanti critiche sui social media.
Un rapporto iniziale della polizia riferisce quanto hanno detto alcuni testimoni: il gorilla in un primo momento sembrava proteggere il bambino, ma poi, a causa delle urla degli altri visitatori, si è agitato, cominciando a trascinarlo.
Harambe apparteneva ad una particolare specie di gorilla, i “Silver Back”, in via di estinzione.
“Quello che è successo ha reso evidente che le barriere dello zoo di Cincinnati, non sono sufficienti per tenere la gente fuori dalle recinzioni” ha detto gli animalisti di Stop Animal Exploitation Now.
L’hashtag #JusticeForHarambe sta spopolando sui social network. Intanto Michelle Gregg, la madre del bambino, è diventata vittima di abusi e insulti on-line.
“Come società siamo pronti a giudicare come un genitore tiene sotto controllo i suoi figli, e se qualcuno mi conosce sa che io lo faccio. Gli incidenti possono succedere, ma io sono grata a coloro che erano nel posto giusto oggi”, ha scritto la donna prima che la sua pagina Facebook fosse cancellata.