Un agente dell’anti-terrorismo belga dice che in Belgio la situazione è fuori controllo
Le forze di sicurezza belghe non hanno i mezzi necessari per far fronte ai problemi di sicurezza, dovuti in primis a un alto tasso di cittadini che si sono uniti all'Isis
In seguito agli attacchi che hanno colpito Bruxelles martedì 22 marzo 2016, causando la morte di almeno 34 persone, la testimonianza di un agente dell’anti-terrorismo belga, secondo cui le forze dell’ordine nazionali non hanno né le risorse né il coordinamento necessari per affrontare i problemi di sicurezza del paese, assume ancora più rilevanza.
La popolazione del Belgio è pari a 11 milioni di abitanti. Il 5 per cento è di religione musulmana. Il distretto di Molenbeek, nella capitale, ospita la comunità musulmana più numerosa del Belgio. Salah Abedslam era cresciuto proprio lì, e sempre lì è stato arrestato. (Subito dopo gli attentati di Parigi di novembre 2015, il nostro Davide Lerner ci era stato ed ecco cosa ha visto). Il Belgio detiene il più alto tasso di cittadini in Europa che hanno scelto di unirsi all’Isis.
Questo spiega come mai le autorità stiano annaspando tra centinaia di dossier su cittadini sospettati di avere legami con i gruppi radicali, soprattutto dopo che è emerso che gli attacchi di Parigi dello scorso 13 novembre sono stati pianificati proprio a Bruxelles e che a essi hanno partecipato cittadini e residenti belgi.
Praticamente ogni uomo disponibile è impegnato nelle indagini sul terrorismo internazionale. Ma – sottolinea la fonte, che ha chiesto di rimanere anonima – le forze dell’ordine non hanno abbastanza personale né i mezzi per indagare in modo adeguato e monitorare tutti i sospettati.
“È letteralmente una situazione impossibile e, onestamente, è molto grave”, ha detto a Buzzfeed News.
L’agente sostiene che il governo belga è troppo debole e fragile, e che la burocrazia è divisa. Pesa ancora la storica divisione tra il sud del paese francofono e il nord di lingua fiamminga.