Come la pensa Trump sulla politica estera
Per la prima volta il candidato favorito tra i Repubblicani nella corsa alla Casa Bianca spiega nei dettagli il suo programma in politica estera
Il candidato alla Casa Bianca Donald Trump, favorito a vincere le primarie del partito repubblicano dopo la schiacciante vittoria del 26 aprile nei cinque stati dove si votava, ha parlato per la prima volta del suo programma in politica estera.
“La nostra politica estera è un completo e totale disastro. Prima l’America: sarà questo il tema principale della mia amministrazione”, ha assicurato. “Sostituirò l’andare a casaccio con uno scopo e il caos con la pace” ha continuato.
Questi i punti fondamentali della “Dottrina Trump”:
Isis: nessun candidato si è mostrato più inflessibile di lui nella lotta all’Isis. La strategia principale per contrastare i terroristi secondo Trump è di indebolire il califfato impedendogli di commerciare petrolio.
Al tempo stesso, Trump non esclude metodi controversi come l’uso del waterboarding negli interrogatori ai terroristi e leggi che espandano i poteri dei servizi segreti posto che “fermare l’Islam radicale deve essere una priorità dell’America”.
Il waterboarding è una tecnica controversa, da più parti considerata una forma di tortura, con la quale viene simulato l’annegamento di chi è costretto a subirla, facendolo respirare attraverso un tessuto bagnato posto sulla faccia.
Armi nucleari: la minaccia nucleare e il rischio di proliferazione delle armi atomiche, secondo il magnate statunitense, “è il più grande problema del mondo”. Scegliere di utilizzare la bomba atomica, per Trump, segnerebbe l’inizio della fine.
Alleati degli Stati Uniti: in più occasioni Trump ha denigrato il mito degli Stati Uniti come “poliziotto mondiale”, posizione che lui stesso considera una debolezza. È convinto che con la Russia sia necessario ottenere una partnership.
È favorevole a un nuovo assetto nelle alleanze di Washington. Ad esempio, intervistato dal New York Times, ha parlato così del rapporto Stati Uniti-Giappone: “Se siamo attaccati, loro non sono obbligati a venire in nostra difesa. Se sono loro a essere attaccati, non siamo obbligati a intervenire. Questo è un problema reale”.
Commercio internazionale: il commercio tra Stati Uniti e Cina deve essere reso più equilibrato. Se eletto, promette Trump, costringerebbe Pechino a non svalutare la sua moneta.