Il vicesindaco della città di Hitler pubblica una poesia sui topi, ma il riferimento è ai migranti
Christian Schilcher, esponente del Partito della Libertà austriaco e vicesindaco di Bruanau am Inn – paese noto per essere quello natale di Adolf Hitler – ha scritto sul giornale del paese una poesia dal titolo enigmatico: “Il topo di città”. Meno enigmatico, però, era il sottotitolo, in cui c’era una chiara allusione ai migranti.
Il componimento di Schilcher è comparso sul giornale di partito e subito ha scatenato la polemica. Secondo quanto si legge sul quotidiano austriaco Der Standard, al centro della poesia del vicesindaco c’è un roditore “con un background di fognature”.
Il termine esatto utilizzato dall’autore del componimento è kanalisationhintergrund, l’allusione pare sia al vocabolo migrationhintergrund, quello cioè usato per indicare il background di provenienza dei migranti.
Ma c’è anche un altro verso a suscitare l’indignazione di molti: “proprio come noi viviamo quaggiù così devono farlo altri ratti, che siano ospiti o migranti: condividano con noi lo stile di vita o devono andarsene velocemente via!”, si legge nella poesia.
A intervenire è stato lo stesso Schilcher, che di fatto non ha confutato quanto sottolineato da chi lo accusava: quello che voleva fare il vicesindaco era mettere in luce i cambiamenti che lui “molto legittimamente critica”.
La prospettiva è quella del topo, spiega Schilcher, che ci tiene a precisare che il nesso “pieno di significati storici” tra ratti e uomini non era voluto e che il suo intento non era certo quell di “insultare o ferire qualcuno”.
Ma la bufera non si è fermata. A entrare a gamba tesa nel dibattito è stato lo stesso cancelliere Sebastian Kurz, che ha chiesto al Partito della Libertà della Libertà di dissociarsi da quanto affermato nel componimento.