Ingerenze Usa in Ucraina, il consigliere di Zelensky: “Nessuno può costringerci a trattare con la Russia”
Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, non smentisce la versione del Washington Post che ipotizzava pressioni dei vertici dell’amministrazione statunitense su Kiev affinché l’Ucraina si mostrasse più aperta a intavolare negoziati di pace con la Russia per non perdere il supporto dei Paesi alleati. “Nessuno può costringere l’Ucraina a negoziare con Mosca”, ha detto in intervista esclusiva a Radio Liberty, ha però puntualizzato. Washington sarebbe preoccupata che alcune nazioni in Europa, Africa e America Latina, dove gli effetti del conflitto sul costo della vita hanno un impatto più pesante sulla popolazione, possano far vacillare il loro appoggio a Zelensky se continuasse a mostrare atteggiamenti di totale chiusura verso una soluzione diplomatica del conflitto.
Rispetto al ruolo degli Stati Uniti, per Podolyak “non c’è nessuna coercizione”: “Stanno comunicando con l’Ucraina come hanno sempre fatto, è tutto molto trasparente. Nessuno sta costringendo l’Ucraina a un processo negoziale non redditizio”. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan ha mostrato apertura ammettendo che restano aperti i canali di comunicazione tra Stati Uniti e Russia. “È impossibile costringere l’Ucraina a negoziati che non esistono – ha aggiunto Podolyak – perché, e questo è molto importante da capire, la Russia non offre alcun negoziato e non lo ha mai offerto, soltanto ultimatum, fin dall’inizio”. Le condizioni di Kiev per sedersi a un tavolo di negoziati le ha dettate Zelensky ieri: ritiro delle truppe da parte di Mosca e interruzione degli attacchi sul territorio, nonché il risarcimento dei costi per la ricostruzione.
Ma dal Cremlino Andrei Rudenko, viceministro degli Esteri, rilancia la palla nel campo avversario: “L’Ucraina ha adottato una legge che le proibisce di tenere colloqui di pace con la Russia. Questa è la loro scelta, abbiamo sempre dichiarato la nostra disponibilità a tali negoziati, che sono stati interrotti non per colpa nostra”.