Pete Buttigieg: chi è il candidato di cui si parla tanto dopo le primarie Dem in Iowa | Elezioni Usa 2020
Sindaco di South Bend (Indiana), 38 anni, omosessuale dichiarato: Pete Buttigieg è pronto a giocarsi le sue carte alle primarie dei Dem per arrivare a sfidare Trump nella corsa alle elezioni Usa di novembre 2020. Ecco chi è e quali sono i suoi assi nella manica
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PETE BUTTIGIEG CHI È – Diventare presidente degli Stati Uniti quando si è “solo” sindaco di una città di 100mila abitanti può sembrare qualcosa di impossibile. Questo fatto, tuttavia, non sembra aver fermato Pete Buttigieg, sindaco di South Bend (Indiana) che ha vinto le primarie democratiche in Iowa, primo importante passo per ottenere la nomination democratica.
Buttigieg è riuscito a vincere le primarie in Iowa per un soffio. Ai caucus, infatti, ha ottenuto il 26,2 per cento, mentre il suo principale rivale, Bernie Sanders, si è fermato al 26,1 per cento. Distanti, invece, gli altri candidati.
La strada, per Buttigieg, è ancora lunga, e nella sua strada per sfidare Donald Trump alle elezioni di novembre ci sono tre pezzi da novanta dei Democratici americani, come l’ex vicepresidente Joe Biden e i senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren: il solo fatto che il 38enne Pete Buttigieg possa dare filo da torcere a questi “mostri sacri” della politica americana rappresenta già di per sé una notizia.
Ma andiamo allora a vedere chi è questo giovane sindaco dal cognome quasi impronunciabile che sta facendo parlare di sé in queste primarie USA.
Prima di tutto…come si pronuncia Buttigieg?
Il cognome Buttigieg è insolito e la sua pronuncia non è scontata neanche per un americano. Si tratta di un cognome originario di Malta, Paese in cui è nato il padre di Buttigieg. Persino sul suo profilo Twitter, il candidato alle primarie ha sentito la necessità di scrivere nella bio “Boot-edge-edge”, per spiegare agli anglofoni come pronunciare il suo cognome.
Per noi italiani, invece, il cognome Buttigieg si pronuncia con entrambe le “g” dolci, come nella parola “gigione”, per intenderci.
Chi è Pete Buttigieg, dagli studi a sindaco di South Bend
Nato nel 1982 a South Bend, Buttigieg è figlio di Joseph Buttigieg, un accademico maltese che, tra le altre cose, ha curato la prima edizione in lingua inglese dei “Quaderni dal carcere” di Antonio Gramsci. Dopo essersi laureato ad Harvard e aver proseguito gli studi a Oxford, Buttigieg ha lavorato in una società di consulenza strategica e si è impegnato in diverse campagne elettorali.
Nel 2011 è stato eletto sindaco della sua città, South Bend, ad appena 29 anni, divenendo così il più giovane sindaco d’America di una città con più di 100mila abitanti, ricoprendo l’incarico per due mandati fino allo scorso dicembre con un’unica parentesi di sette mesi, durante i quali fu inviato in Afghanistan in quanto membro dell’intelligence della Marina degli Stati Uniti.
L’esperienza di sindaco ha dato a Pete Buttigieg una notevole visibilità, grazie a investimenti in politiche abitative e parchi ma anche, se non soprattutto, alla sua figura vista come giovane e innovativa dall’opinione pubblica. Oltre a essere un sindaco molto giovane, Buttigieg è anche uno dei pochi politici statunitensi dichiaratamente omosessuale: qualora divenisse presidente, si tratterebbe del primo apertamente gay a occupare la poltrona dello studio ovale alla Casa Bianca. Dal 2018, infatti, Buttigieg è sposato col suo compagno Chasten Glezman.
Il giovane e innovativo Buttigieg è così divenuto una figura nota: nel 2013 è stato nominato sindaco dell’anno da govfresh.com, nel 2014 è stato definito dal Washington Post il sindaco più interessante d’America, per via della sua istruzione, della sua giovinezza e della sua esperienza militare, mentre nel 2019 il Financial Times l’ha elogiato per il lavoro fatto a South Bend, contribuendo a far crescere la città, sede della Notre-Dame University, come un importante centro per l’apprendimento e le tecnologie.
Sulla scia di questi successi, Pete Buttigieg ha deciso di candidarsi alle primarie democratiche.
La candidatura alle primarie
Il 23 gennaio 2019, Buttigieg ha costituito un comitato esplorativo per valutare la possibilità di correre alle primarie democratiche. Il 2019 è stato caratterizzato dalla discesa in campo di numerosissimi candidati alla presidenza tra i dem, senza che vi fosse un chiaro front-runner. Molte di queste candidature, tuttavia, dopo aver sondato il terreno e non aver ottenuto particolare consenso, sono tramontate: agli occhi di molti osservatori anche quella di Buttigieg sembrava destinata a fare questa fine.
Un giovane sindaco di una città di poco più di 100mila abitanti, infatti, non è visto come una figura in grado di diventare presidente degli Stati Uniti a livello di cursus honorum: mai nessuno, infatti, è arrivato alla Casa Bianca immediatamente dopo aver ricoperto l’incarico di sindaco, e lo scorso marzo i sondaggi gli attribuivano appena l’1 per cento dei consensi tra i democratici. Buttigieg, invece, ha saputo costruire una campagna in grado di raccogliere fondi e consensi.
Pete Buttigieg, il programma
Le primarie 2020 sono caratterizzate dalla presenza di due candidati dell’ala sinistra, come Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, particolarmente competitivi e un candidato moderato di primo piano dell’ala moderata come Joe Biden. In questo contesto Buttigieg piace ai moderati ma è al tempo stesso alternativo a Biden, visto come rappresentante della vecchia guardia in crisi del partito.
Buttigieg ha costruito la sua campagna prima di tutto intorno all’idea di un cambio generazionale: con i suoi 38 anni sarebbe il più giovane presidente della storia degli Stati Uniti, se riuscisse nell’impresa di vincere le primarie e battere Donald Trump a novembre. Probabilmente questa posizione ha contribuito a un importante risultato nella raccolta fondi, superando i 24 milioni di dollari in donazioni nel secondo quarto del 2019.
Un altro punto fondamentale della sua campagna è la riforma della Corte Suprema, che secondo lui dovrebbe essere aumentata a 15 membri, rispetto ai nove attuali. L’obiettivo è quello di fare in modo che la nomina dei giudici non si trasformi in una lotta all’ultimo sangue tra democratici e repubblicani. Una delle opzioni proposte da Pete Buttigieg per questa riforma è quella di nominare 10 giudici permanenti cui se ne possono aggiungere altri cinque a patto che godano del voto unanime degli altri 10.
Buttigieg si è inoltre detto contrario alla pena di morte, e punta a superare le diseguaglianze del sistema statunitense con un piano di investimenti nelle zone rurali dell’America, con lo stanziamento di 80 miliardi di dollari per garantire a tutti l’accesso a internet, e aumentando il salario minimo federale a 15 dollari l’ora.