Perù, 47 morti in 35 giorni di proteste: la procura indaga la presidente per massacro
Perù, 47 morti in 35 giorni di proteste: la procura indaga la presidente per massacro
A più di un mese dall’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo, il Perù continua a essere attraversato da violenti proteste. Finora almeno 47 persone sono morte negli scontri scoppiati da quando Castillo è stato rimosso dalla presidenza, il 7 dicembre scorso. Un bilancio che continua ad aggravarsi, mentre la procura generale del paese annuncia l’apertura di un’inchiesta a carico della nuova presidente del Perù Dina Boluarte e del suo governo.
Le ipotesi di reato, secondo quanto dichiarato dall’ufficio della procura generale, sono di “massacro, omicidio e lesioni gravi”. Oltre a Boluarte sono indagati anche il nuovo primo ministro Alberto Otarola, il ministro della Difesa Jorge Chavez e il ministro dell’Interno Victor Rojas.
La notizia arriva poche ore dopo la fiducia incassata dal nuovo governo guidato da Otarola, che martedì sera ha ottenuto in parlamento 73 voti a favore, 43 contrari e 6 astenuti.
Il nuovo premier ha annunciato un coprifuoco di tre giorni a Puno, una città nel sud del paese vicina al confine con la Bolivia, per porre fine alle violenze scoppiate lunedì sera. Da allora almeno 18 persone sono morte nelle proteste, tra cui un poliziotto bruciato vivo dai manifestanti, mentre altri 68 civili e 75 agenti di polizia sono rimasti feriti. I disordini hanno costretto alla chiusura anche l’aeroporto della città di Juliaca, preso d’assalto da 9.000 persone. Otarola ha attribuito la responsabilità delle morti a manifestanti organizzati, sostenuti da finanziatori “occulti”.
“I peruviani assassinati per aver difeso il paese dalla dittatura golpista saranno ricordati nella storia della nostra grande patria. Il terrore è l’ultima cartuccia di un regime messo alle strette dal popolo”, ha scritto Castillo, dopo le morti nel sud del paese. “Dina Boluarte e il procuratore nazionale oggi si nascondono”, ha aggiunto l’ex presidente.