Perché esplode il calcio in America
I cambiamenti demografici nella popolazione statunitense hanno portato il calcio a essere uno degli sport più seguiti del Paese
L’ottavo di finale dei mondiali di calcio che ha contrapposto Stati Uniti e Belgio, secondo l’emittente TV statunitense ESPN, sarebbe stato visto da 26,5 milioni di americani.
Un dato, questo, che comprende non solo i 21,6 milioni di persone che l’hanno visto dalla propria tv, ma anche tutta la folla che si è aggregata nei bar e davanti ai maxischermi, a partire dai 25mila che hanno visto la partita dal Soldier’s Field di Chicago e che rappresenterebbero quindi una fetta molto consistente del pubblico della partita.
Questo dato, di per sé altissimo, risulta ancora più significativo se pensiamo che è superiore a quello delle finali dell’NBA e delle World Series di Baseball, eventi clou di due sport tipicamente americani e che hanno totalizzato rispettivamente 15,5 e 14,9 milioni di telespettatori.
Ancora nulla di paragonabile ai 111 milioni di spettatori che hanno seguito l’ultimo SuperBowl, che resta il principale evento sportivo americano, ma un dato che rende il calcio a tutti gli effetti uno degli sport più popolari degli Stati Uniti.
Il calcio maschile negli Stati Uniti fino a poco fa era considerato, diversamente da come accade nella maggior parte dei Paesi del mondo, uno sport “minore”. Praticato più da donne – la nazionale USA di calcio femminile è tra le più forti al mondo – e da immigrati, “latinos” in primis, non poteva minimamente competere col pubblico del football, del baseball e del basket, sport di codificazione statunitense e, forse anche per questo, più considerati del calcio che negli States è arrivato dall’Europa.
Cosa è successo, allora, negli Stati Uniti che ha portato il calcio a fare questo salto di qualità di pubblico? Difficile pensare che sia stato tutto merito dell’organizzazione dei mondiali del 1994. Il cambiamento probabilmente va individuato nei mutamenti della società statunitense.
Le minoranze etniche, negli anni tra il 2000 e il 2010, hanno rappresentato il 90 per cento dello sviluppo demografico degli Stati Uniti, cosa che ha fatto crescere tutte quelle etnie – “latinos” in primis – che praticano tradizionalmente il calcio negli States.
In pochi anni, dunque, il calcio è passato da sport di nicchia a essere uno degli sport più praticati e più seguiti, fatto che viene favorito dal lavoro della Federcalcio e dei club calcistici degli Stati Uniti.
Sono inoltre molti i campioni europei che scelgono di finire la carriera negli Stati Uniti, attirando l’attenzione dei tifosi e aumentando gli introiti per le società. Emblematico in questo senso il contratto che legherà alla nazionale statunitense l’allenatore tedesco Jurgen Klinsman (fino al 2018), vincitore del mondiale del 1990 da calciatore e terzo classificato nel 2006 da allenatore della sua Germania.