Il Pentagono ha presentato all’amministrazione Trump le opzioni militari per la Siria
Sono state presentate a Trump “molte opzioni”. Il segretario di Stato Rex Tillerson ha detto che si sta valutando una risposta adeguata all'attacco chimico di Idlib
Il Pentagono ha presentato le opzioni militari per la Siria alla Casa Bianca. Lo afferma un esponente dell’amministrazione statunitense. A Trump, secondo quanto riferito poi dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, sono state presentate “molte opzioni”.
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Secondo l’agenzia di stampa Reuters il Pentagono e la Casa Bianca stanno affrontando una discussione dettagliata sull’opzione militare per rispondere all’attacco chimico avvenuto in Siria, nella provincia di Idlib, e per cui Washington ha accusato il regime siriano. Nessuna decisione è stata ancora presa, secondo quanto sottolineato da un ufficiale.
Il segretario per la Difesa Jim Mattis discuterà probabilmente queste opzioni con il presidente Donald Trump durante un incontro a Mar-a-Lago, in Florida, secondo quanto dichiarato da un ufficiale che ha preferito rimanere anonimo. Mattis dovrebbe recarsi in Florida nel pomeriggio di giovedì 6 aprile.
Discussioni sulla potenziale risposta sono già in corso. Tra queste, anche quella tra Mattis e il consigliere della Casa Bianca per la Sicurezza nazionale McMaster.
La Casa Bianca ha fatto sapere che Trump ha parlato con alcuni leader per valutare l’ipotesi di istituire una “safe zone” in Siria. Il presidente degli Stati Uniti non ha parlato invece delle opzioni militari con i parlamentari e non ha discusso degli attacchi in Siria con il presidente russo Putin.
Il segretario di Stato Rex Tillerson ha parlato telefonicamente con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov mercoledì 5 aprile. I due hanno discusso dell’attacco chimico avvenuto nella provincia di Idlib. Tillerson ha detto che sta valutando una risposta appropriata a quanto avvenuto in Siria.
“Non ci sono dubbi” sul fatto che il regime di Assad è responsabile per l’attacco chimico di Idlib, ha poi affermato Tillerson, sottolineando come l’attacco richiede una “risposta seria”.
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