In vista del pellegrinaggio alla Mecca, si riaccendono le ostilità fra Iran e Arabia Saudita
I rapporti tra i due paesi si erano raffreddati a partire dall'ottobre 2015, quando oltre 400 pellegrini iraniani morirono nella calca alla Mecca
In vista del pellegrinaggio alla Mecca in programma per lunedì 12 settembre, si riaccendono le ostilità fra la Repubblica islamica dell’Iran e l’Arabia Saudita. La Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Alì Khamenei ha lanciato una dura accusa nei confronti dei leader sauditi definendoli “blasfemi” e “infedeli”. E lo ha fatto attraverso il suo sito ufficiale attraverso un lungo messaggio.
In particolare, la critica è stata rivolta ai manager che gestiscono e organizzano il pellegrinaggio verso la città santa che si trova in Arabia Saudita, a fronte di quanto successe un anno fa quando centinaia di pellegrini morirono nella calca.
L’Ayatollah ha sottolineato come a causa “di comportamenti vessatori” da parte di Riad, “il mondo islamico” dovrebbe riconsiderare la gestione di un evento come l’Hajj, anche se i pellegrini iraniani non vi prenderanno parte.
L’Hajj è un pellegrinaggio compiuto annualmente dai fedeli di religione musulmana nella città santa della Mecca. La Guida Suprema iraniana ha inoltre dichiarato che “i governanti sauditi hanno ostacolato il percorso di Allah e hanno bloccato il percorso dei pellegrini iraniani fieri e fedeli. Per questo sono disonorati. Pertanto, Il mondo islamico non deve lasciare che i governanti sauditi sfuggano alla loro responsabilità per i crimini commessi in tutto il mondo islamico”.
Dietro le frequenti e reciproche accuse si cela la rivalità regionale tra i due paesi.
Dal mese di maggio, l’Arabia Saudita e l’Iran non sono mai riusciti a risolvere le questioni che circondano l’organizzazione dell’Hajj, tra cui l’obbligo del visto e i voli per i pellegrini iraniani. Il mancato accordo riflette pertanto un contesto di rapporti bilaterali già estremamente tesi.
I rapporti si sono incrinati dopo l’incidente dell’anno scorso, quando 400 pellegrini iraniani dei 60mila arrivati alla Mecca erano morti schiacciati nella calca e nella fuga precipitosa nei pressi della città santa.
Nel gennaio 2016 i due paesi sono giunti a una interruzione delle relazioni diplomatiche, quando l’Arabia Saudita ha eseguito le condanne a morte di 47 persone accusate di terrorismo, tra cui il leader religioso sciita Nimr al-Nimr.
L’Iran, principale paese sciita e rivale dell’Arabia Saudita (a maggioranza sunnita), ha condannato la decisione di Riad. In seguito, centinaia di manifestanti hanno attaccato l’ambasciata saudita a Teheran. L’Arabia Saudita, seguita dai sunniti Kuwait, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Sudan, ha quindi deciso di chiudere i canali diplomatici.
La rivalità e le ambizioni dei due paesi hanno causato negli ultimi anni un’escalation di tensioni in tutta la regione. Iran e Arabia Saudita vogliono infatti diventare le principali potenze mediorientali e sono contrapposte nei conflitti in Siria, Yemen e Bahrein.