I peggiori incidenti avvenuti nei sottomarini negli ultimi anni
La scomparsa del sottomarino argentino AARA San Juan è l'ultimo di una serie di disastri che hanno coinvolto imbarcazioni di questo tipo in tutto il mondo. Ecco quelli più recenti:
Venerdì primo dicembre la Marina argentina ha interrotto le operazioni di soccorso del personale del sottomarino AARA San Juan, scomparso lo scorso 15 novembre nell’Atlantico del sud con 44 persone a bordo. Secondo le autorità, infatti, non esiste nessuna speranza di ritrovare superstiti.
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La Marina argentina ha perso il contatto radio con l’AARA San Juan mercoledì 15 novembre, quando è stata registrata l’ultima trasmissione programmata. Il sottomarino si trovava in viaggio dal porto di Ushuaia alla base navale di Mar del Plata, 400 chilometri a sud di Buenos Aires. Tra le persone a bordo c’era anche il primo ufficiale donna argentino, la trentacinquenne Eliana Krawzyck.
Le cause della scomparsa del sottomarino sono ancora incerte, anche se alcune ore dopo l’ultimo contatto era stata registrata una forte esplosione nei pressi dell’ultima posizione confermata in cui si trovava l’imbarcazione.
Quello del sottomarino argentino è solo l’ultimo di una serie di disastri che hanno coinvolto imbarcazioni di questo tipo in tutto il mondo. Ecco quali sono state le altre tragedie più rilevanti, le cause dell’incidente (se accertate) e il numero di vittime.
INS Sindhurakshak (India)
Il 14 agosto del 2013, mentre il sottomarino indiano INS Sindhurakshak si trovava in un cantiere navale al porto di Mumbai, scoppiò un incendio a bordo, seguito da una serie di esplosioni. Diciotto persone, tra cui tre ufficiali e 15 marinai, morirono nell’incidente.
Il sottomarino, che era stato prodotto in Russia, è stato rilasciato a marzo 2017 dopo che due commissioni di inchiesta hanno dichiarato che la nave non era “in grado di navigare”. Dopodiché, il sottomarino è stato utilizzato per la pratica del bersaglio dai commando della Marina indiana, per essere poi affondato a settembre 2017.
Nerpa (Russia)
L’incidente a bordo del sottomarino Nerpa K-152 avvenne l’8 novembre 2008, e provocò la morte di 20 persone e il ferimento di oltre 41 persone.
Il disastro fu causato dall’emissione di gas freon, un fluido refrigerante che ha il compito di trasferire il calore da una sorgente calda a una fredda. Il rilascio avvenne all’interno del sottomarino, mentre questo si trovava nel Mar del Giappone per un’esercitazione. Non fu mai chiarito se il disastro avvenne per un guasto tecnico o per un errore umano.
Le vittime morirono per asfissia o congelamento dopo aver inalato il gas. L’incidente fu il peggior disastro per un sottomarino russo da quando l’imbarcazione Kursk affondò nel 2000. Tre delle vittime erano militari e il resto erano civili dei cantieri navali di Vostok, Zvezda, Era e Amur.
In seguito all’incidente, alcune imbarcazioni furono inviate da Vladivostok per fornire assistenza al sottomarino colpito. I sopravvissuti, molti dei quali con un principio di congelamento, furono trasferiti sulle navi e portati agli ospedali militari, dove vennero curati. Il sottomarino rientrò con il suo stesso motore al Territorio del Litorale russo. L’imbarcazione non fu infatti danneggiata nell’incidente.
Ming (Cina)
A maggio 2003 il sottomarino della Marina cinese si trovava a est delle isole Neichangshan per un’esercitazione, quando un incidente provocò la morte di 70 persone che si trovavano a bordo, apparentemente per soffocamento.
Secondo il governo cinese, si trattò di “problemi meccanici”, ma i media cinesi avevano riferito che l’esercito stava esaminando la possibilità di un errore umano, compreso l’arresto errato di valvole di scarico cruciali e la possibilità di una perdita di gas.
Kursk (Russia)
Si tratta dell’incidente con il maggior numero di morti tra quelli recenti. Ad agosto del 2000, il sottomarino nucleare Kursk della flotta settentrionale russa ha preso fuoco ed è esploso sott’acqua durante un’esercitazione militare.
Le autorità russe all’epoca rifiutarono l’aiuto di imbarcazioni britanniche o norvegesi, con una decisione che fece molto discutere. Tutti i 118 marinai che si trovavano a bordo del sottomarino morirono.
La maggior parte di loro morì sul colpo, ma una ventina di persone sopravvissero per molti giorni. Alcuni scrissero dei tragici appunti rivolgendosi ai loro cari, prima di morire soffocati.
L’incidente del sottomarino Kursk è il peggiore ad aver mai colpito la marina russa.
Komsomolets (Unione Sovietica)
Nell’aprile del 1989, un corto circuito provocò lo scoppio di un incendio a bordo di un sottomarino nucleare sovietico, il Komsomolets, mentre si trovava in acque internazionali a 500 chilometri dalla Norvegia. Nell’incidente persero la vita 42 persone.
L’equipaggio non riuscì ad impedire il diffondersi delle fiamme, ma il sottomarino emerse undici minuti dopo lo scoppio dell’incendio. Furono effettuate alcune chiamate d’emergenza e la maggior parte dell’equipaggio abbandonò il sottomarino. Decine di persone si tuffarono nelle acque glaciali, e poche altre si imbarcano sulle scialuppe di salvataggio.
Il fuoco continuò a bruciare alimentato dal sistema di aria compressa del sottomarino. Alcune ore dopo, l’imbarcazione affondò definitivamente. Il comandante e quattro altri membri dell’equipaggio che erano ancora a bordo entrarono nella capsula di emergenza e la sganciarono: solo uno dei cinque raggiunse vivo la superficie.
Complessivamente, 27 persone riuscirono a sopravvivere.