Processo a Patrick Zaki: firmato ordine di scarcerazione in attesa dell’udienza del primo febbraio
Oggi la nuova udienza del processo a Patrick Zaki: rischia fino a 12 anni
Si è tenuta nella mattinata di martedì 7 dicembre a Mansoura la nuova udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna detenuto da quasi 2 anni a Il Cairo con l’accusa di aver diffuso notizie dannose per lo Stato egiziano.
Il ragazzo sarà scarcerato ma non assolto, verrà rilasciato dal carcere tra stasera e domani mattina e dovrà apparire davanti alla corte di nuovo il 1 febbraio. L’udienza è stata sospesa dopo soli quattro minuti dall’inizio. L’interruzione è stata disposta dopo che la sua legale, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di ulteriori atti sia per dimostrare la presunta illegalità dell’arresto del 7 febbraio 2020 che la correttezza dell’articolo sui copti alla base del processo.
Nasrallah, infatti, è riuscita a entrare in possesso dei documenti dopo mesi di richieste andate a vuoto. Secondo le carte, lo studente deve rispondere a sei capi di imputazione: oltre ad essere accusato di aver diffuso su internet notizie dannose contro lo Stato egiziano, Zaki è anche sospettato di appartenere a un gruppo terroristico e imputato per aver diffuso false notizie all’interno e all’esterno del Paese a causa di un suo articolo sulla situazione dei copti in Egitto, pubblicato sul giornale online Darraj. La prossima udienza si terrà il primo febbraio e se Zaki dovesse essere giudicato colpevole di tutti i capi d’imputazione rischia una condanna che va dai 10 ai 12 anni di carcere.
Il giudice, oltre alle eventuali repliche alla memoria nel corso della seduta, deciderà se aggiornare ancora l’udienza o se pronunciare sentenza di condanna o assoluzione. Lo studente, 30 anni, è stato da poco trasferito dal carcere di Tora, nei pressi del Cairo, dove ha trascorso quasi tutta la sua custodia cautelare, in una prigione di Mansura.
“Un grande sollievo, un primo passo importante, l’idea che forse già stasera Patrick possa dormire in un luogo diversa da quello dove ha dormito negli ultimi 22 mesi è una cosa che ci dà forte soddisfazione. Ci sarà una prossima udienza, speriamo che quella sia l’occasione per il riconoscimento della sua innocenza. Oggi scendiamo in piazza con uno stato d’animo e uno sguardo diversi”, lo afferma a TPI Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.