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Home » Esteri

L’azienda statunitense Patagonia ha lanciato sul mercato la prima birra eco-sostenibile

Immagine di copertina

La birra in commercio è prodotta con un tipo particolare di grano selvatico che ricresce perennemente e può essere sfruttato nel pieno rispetto del suolo e dell'ambiente

Patagonia, l’azienda californiana produttrice di capi d’abbigliamento e di altri accessori realizzati nel pieno rispetto dell’ambiente, ha deciso di lanciare sul mercato la prima birra artigianale eco-sostenibile realizzata con un tipo di gramigna coltivata rispettando l’ambiente. 

Questa birra con una gradazione alcolica del 5,5 per cento è prodotta da una radice lunga ad alta fermentazione ed è stata prodotta in collaborazione con  il birrificio Hopworks Urban Brewery di Portland, negli Stati Uniti.

Ma cos’è che rende questa birra così speciale? La bevanda è stata realizzata con il 15 per cento di Kernza, un tipo di grano selvatico che richiede meno acqua per la crescita e che se coltivato con sistemi a basso impatto ambientale potrebbe apportare dei benefici, come il taglio di emissioni di carbonio e il pieno rispetto della salute del suolo. 

“Si tratta di una coltura alimentare che agisce come una sorta di spugna e assorbe il carbonio”, ha spiegato Birgit Cameron, direttrice della divisione alimentare di Patagonia. 

Le lattine di questa nuova birra si possono acquistare solo nei negozi di Patagonia situati in diverse città americane a partire da martedì 3 ottobre.

Il grano Kernza è una coltura ancora relativamente nuova. A metterla a punto a partire dal 2003 sono stati i ricercatori dell’istituto Terra, che hanno iniziato a coltivare una specie di grano perenne. Gli agricoltori stanno ancora sperimentando questo tipo di coltura e hanno rilevato che essa richiede una quantità minore di acqua nei sistemi d’irrigazione rispetto a quelle tradizionali, grazie alle sue lunghe radici. 

La pianta prospera anche in un terreno incolto e aiuta così a prevenire l’erosione del suolo trattenendo il terriccio e proteggendolo dalle intemperie atmosferiche, come il vento o le piogge. 

Inoltre, le colture Kernza non muoiono dopo la raccolta e possono ricrescere tutto l’anno, eliminando così il peso di ricominciare a preparare il terreno e seminarlo ogni stagione. 

L’azienda Patagonia spera che l’impiego di Kernza nella produzione della birra contribuirà a ridurre i cambiamenti climatici, dal momento che il raccolto di questa gramigna si presta a pratiche agricole rigenerative.

L’agricoltura industriale attualmente consuma circa il 70 per cento di acqua dolce disponibile sul pianeta e la mietitura del grano impiega 1,9 milioni di litri d’acqua all’anno. 

La mietitura del grano, inoltre, lascia il terreno particolarmente vulnerabile all’erosione del suolo e lava via tutti gli elementi nutritivi vitali. Al contrario, la coltivazione della Kernza comporta una minore erosione del suolo e aiuta a proteggere la biodiversità del terreno. 

(Qui sotto una coltivazione di Kernza)

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