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Home » Esteri

Le parole che Trump non vuole più nei documenti ufficiali della sanità

Immagine di copertina
Credit: Chris Kleponis/ Dpa

Tra le parole in questione vi sono “transessuale”, “feto”, “diritto”, “vulnerabile” e "basato sulla scienza”. Le critiche degli attivisti per i diritti delle donne e LGBTQ

Il quotidiano statunitense “The Washington Post” ha rivelato la lista delle parole che l’amministrazione Trump ha definito “non appropriate” e che potrebbero non essere più utilizzate nei documenti dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), gli organismi di controllo della sanità pubblica statunitense.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Le sette parole in questione sono “feto”, “transessuale”, “diversità”, “diritto”, “vulnerabile”, “basato sulla scienza” e “basato sulle evidenze”.

Si tratta, come lo definisce l’agenzia di stampa Ansa, di “un approccio ideologico senza precedenti che ha già scatenato forti polemiche nel mondo politico e scientifico”.

La blacklist è stata presentata nel corso di una riunione dei CDC ad Atlanta, in Georgia, da Alison Kelly, una funzionaria che non è riuscita a fornire le motivazioni della scelta agli allibiti medici e operatori presenti all’incontro.

Per alcuni gruppi di attivisti per i diritti delle donne e LGBTQ citati dal quotidiano britannico “The Guardian” la direttiva riflette “la scarsa considerazione dell’amministrazione Trump per le questioni relative all’orientamento sessuale, all’identità di genere e ai diritti di aborto”.

Planned Parenthood, l’organizzazione d’assistenza in materia di salute materna e riproduttiva più volte attaccata da Trump e dai repubblicani, ha rilasciato una dichiarazione in merito: “Non può essere più chiaro di così: dal suo primo giorno questa amministrazione non ha fatto altro che mostrare disinteresse per la salute delle donne, i diritti degli omosessuali e le questioni scientifiche”.

 

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