Parlamento di Strasburgo, oggi la cerimonia del premio Sacharov senza Julian Assange
Oggi il Parlamento di Strasburgo assegnerà il premio Sakharov, il più alto riconoscimento dell’Ue in difesa della libertà di pensiero e dei diritti umani. A riceverlo sarà “il coraggioso popolo dell’Ucraina”, ma tra i finalisti c’è il fondatore di WikiLeaks Julian Assange. Peccato che il giornalista non potrà assistere alla premiazione.
Dall’11 aprile 2019 Julian è in regime di detenzione amministrativa, in un carcere del Regno Unito, in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti. Non ha ancora subito alcun processo, ma sono quasi quattro anni che è in prigione.
La colpa di Assange sarebbe “aver portato alla luce la verità della barbarie della guerra” in Siria e Afghanistan, ha continuato la moglie. “Julian soffre profondamente perché non ha motivo di essere in prigione con accuse che riguardano la libertà”, ha aggiunto, denunciando che si tratta di un caso “politicamente motivato”. La signora Assange ha messo in guardia i giornalisti presenti riguardo al fatto che “le attività per cui è accusato, potrebbero colpire chiunque”. Gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere l’estradizione per processare il marito con l’accusa di spionaggio e uso improprio dei mezzi informatici, racconta la moglie.
“Il riconoscimento di Julian come finalista del premio Sakharov è un riconoscimento importante, chiedo quindi all’Eurocamera di chiedere i rilascio di Julian Assange. Con questo riconoscimento le istituzioni europee hanno ricevuto un indicazione chiara in tale direzione è tempo che si attivino”. Dice Stella Morris, la moglie di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks al Parlamento Europeo parlando la sera della consegna delle onorificenze del premio Sakharov.
“La privazione della libertà di Julian è una faccenda politica per cui serve pressione politica”, ha aggiunto Morris in una conferenza stampa organizzata dalla promotrice della sua candidatura l’eurodeputata del Movimento 5 stelle Sabrina Pignedoli e dalla Capogruppo Tiziana Beghin.
Un gruppo di parlamentari del Brasile ha approvato, di recente, una risoluzione che esorta le autorità americane a ritirare le accuse contro Julian Assange. In una lettera inviata al Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e alla Speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, i parlamentari esprimono la loro contrarietà all’estradizione di Assange, da processare in territorio nordamericano, e “avvertono che questo fatto creerebbe un precedente negativo per la libertà di espressione e il libero esercizio della stampa in tutto il mondo”. Il sostegno al giornalista si è manifestato in una riunione dei banchi della Federazione, alla Camera dei Deputati, alla quale hanno partecipato il caporedattore di WikiLeaks, Kristinn Hraffsson, e Joseph Farrell, ambasciatore di WikiLeaks.