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Home » Esteri

Non solo Parasite. Dai social agli influencer: in Italia spopola la cultura coreana

Immagine di copertina
A sinistra una scena di "Parasite". A destra lo youtuber Seoul Mafia (foto Instagram)

Serviva un Oscar ad un film coreano (il pluripremiato Parasite) a far scoprire all’Occidente che nel mondo non siamo gli unici a poter dettare un’agenda sulla cultura pop.

Per anni Europa e Stati Uniti hanno vissuto un predominio culturale dettato, comprensibilmente , dalle condizioni economiche e dagli assetti geopolitici. In Vietnam negli anni ‘70 le ragazze risparmiavano per poter essere sottoposte alla chirurgia plastica di “occidentalizzazione” degli occhi, in Thailandia l’ossessione, fin dagli anni ‘80, è sempre stata quella di essere “il più bianchi possibili”, a costo di comprare prodotti sbiancanti a base di bava di lumaca e fondotinta color panna.

Eppure oggi qualcosa sta cambiando. YouTube, Spotify e ovviamente TikTok stanno proponendo sempre più contenuti Made in Asia. Colorati, pop, divertenti, sofisticati: la cultura del Sud-Est Asiatico sta conquistando i giovanissimi occidentali.

Clara Loro è una ragazza che, a 21 anni, ha lasciato giurisprudenza per iscriversi al Corso di Lingue Orientali alla Sapienza di Roma e si sta specializzando in Coreano: “Mi sono appassionata alla lingua guardando le serie TV coreane chiamate ‘Kdramas’. Le ho scoperte grazie a uno Youtuber e oggi si guardano su Netflix”, racconta a TPI.

Come lei sono migliaia i giovani che frequentano le community di appassionati di Corea in Italia. Lo youtuber “Seoul Mafia” è un giovanissimo italiano che vive a Seoul e racconta da tempo cultura e vita nella capitale coreana. Ha quasi mezzo milione di iscritti al canale, e i suoi video superano spesso il milione di visualizzazioni.

Insieme a lui sono molti altri i blogger e youtuber italiani o occidentali che hanno scelto di vivere e raccontare l’Asia attraverso i social. Su TikTok l’hashtag #Korean ha oltre 2 miliardi di visualizzazioni, supera di 4 volte l’hashtag #Italian” e ha un volume che è la metà di quello #USA.

Le ragazze italiane su TikTok sognano oggi il fidanzato coreano: sanno ballare, sono fini, eleganti, simpatici, autoironici. Piacciono più del sogno “americano”, che andava di moda solo qualche decennio fa.

La cultura asiatica ha una storia millenaria, e ha contaminato il mondo occidentale per secoli, ma solo grazie alle tecnologie e al recente sviluppo economico sta tornando a essere apprezzata anche nell’epoca contemporanea.

Nonostante la storia asiatica e la cultura non siano inseriti nei programmi ministeriali, alcune istituti anche pubblici (il primo fu la scuola Falcone di Bergamo, poi il Deledda di Genova) stanno inserendo lingue orientali nei piani di studi, segno che la domanda per questa competenza è in forte crescita.

È un buon segno: significa che, almeno i giovani, hanno scelto di essere aperti al mondo, a ciò che veniva considerato diverso e, da molti, con torto, inferiore. Anche questo ci insegna l’Oscar a Parasite: anche il mondo culturale deve aprirsi e non può avere pregiudizi culturali.

 

 

Leggi anche:
Oscar 2020, Parasite vince il premio come Miglior Film: la trama e il trailer
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