Papa Francesco: “In guerra il dialogo con l’aggressore puzza, ma a volte si deve fare”
Papa Francesco: “In guerra il dialogo con l’aggressore puzza, ma a volte si deve fare”
Il Papa ha rilasciato un’intervista dal suo aereo di ritorno da una conferenza interreligiosa in Kazakhistan. Interrogato sull’invio di armi in Ucraina ha detto: “può essere immorale se si fa con l’intenzione di provocare più guerra o di vendere le armi o di scartare quelle armi che a me non servono più. Si dovrebbe riflettere più ancora sul concetto di guerra giusta”.
“Oggi se non fai guerra, non sei utile!” deplora “Poi c’è la fabbrica delle armi. Questo è un negozio assassino. Qualcuno che capisce le statistiche mi diceva che se si smettesse per un anno di fare le armi si risolverebbe tutta la fame nel mondo… Non so se è vero o no. Ma fame, educazione, niente: non si può perché si devono fare le armi. A Genova alcuni anni fa, è arrivata una nave carica di armi che doveva trasferirle in una nave più grande che andava in Africa. Gli operai del porto non hanno voluto farlo, gli è costato, ma hanno detto: io non collaboro. La guerra in sé stessa è un errore, è un errore! E noi in questo momento stiamo respirando quest’aria: se non c’è guerra sembra che non ci sia vita. Ho detto tutto quello che volevo dire sulla guerra giusta. Il diritto alla difesa sì, quello sì, ma usarlo quando è necessario”.
Si è detto a favore di un costante sforzo di dialogo con Putin: “È difficile, ma non dobbiamo scartarlo. Dobbiamo dare l’opportunità del dialogo a tutti, a tutti. Perché c’è sempre la possibilità che nel dialogo si possano cambiare le cose, anche offrire un altro punto di vista, un altro punto di considerazione. Ma io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza che sia in guerra e che sia l’aggressore. Delle volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare. Puzza, ma si deve fare.” si tappa il naso “Sempre un passo avanti, la mano tesa, sempre. Perché al contrario chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. A volte non accettano il dialogo, peccato. Ma il dialogo va fatto sempre, almeno offerto. E questo fa bene a chi lo offre, fa respirare”.
Un giornalista gli ha chiesto un giudizio sull’Occidente, considerato immorale da gran parte del pianeta: “L’Occidente ha preso strade sbagliate. Pensiamo per esempio all’ingiustizia sociale. Ci sono Paesi che sono sviluppati un po’ sulla giustizia sociale, ma io penso al mio continente, l’America Latina, che è Occidente. Pensiamo anche al Mediterraneo: è Occidente, e oggi è il cimitero più grande, non dell’Europa: dell’umanità. Cosa ha perso l’Occidente per dimenticarsi di accogliere, quando ha bisogno di gente? Non si pensa all’inverno demografico che noi abbiamo. Abbiamo bisogno di gente. In Spagna soprattutto, ma anche in Italia, ci sono paesi vuoti, soltanto venti vecchietti lì e poi niente. Ma perché non fai una politica d’Occidente, che i migranti siano inseriti, con quel principio che il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato. Questo è molto importante: integrare. Ma no, si lasciano vuote le cose”.
Sulle elezioni incombenti non si è sbilanciato: “ho conosciuto due presidenti italiani, di altissimo livello: Napolitano e l’attuale. Grandi. Poi gli altri politici non li conosco”.