Ritrovate le spoglie di Khaled al Asaad, l’archeologo “custode” di Palmira decapitato dall’Isis
Era sepolto nel deserto il martire dell'antica città romana. Gli uomini del Califfato gli tagliarono la testa nel 2015 perché non voleva abbandonare il suo museo e rivelare dove aveva nascosto i preziosi reperti romani
Siria, ritrovate le spoglie dell’archeologo “martire” di Palmira
Le spoglie ritrovate nella regione di Palmira, a nord-est di Damasco, sembrano essere dell’archeologo siriano Khaled al Assaad. Il custode dell’antica città romana brutalmente ucciso dall’Isis il 18 agosto 2015 era quindi sepolto nel deserto. La notizia arriva dall’agenzia governativa siriana Sana.
La sua uccisione, allora 80enne, aveva suscitato sdegno e commozione in tutto il mondo. Khaled al Assaad era riuscito a nascondere centinaia di statue in un luogo sicuro prima che gli estremisti dello Stato islamico arrivassero a conquistare la ‘sposa del deserto’, la città patrimonio Unesco dell’umanità.
Era stato catturato dall’Isis nella zona di Palmira. Dopo esser stato torturato, gli uomini del Califfato l’hanno tenuto prigionierio per quattro settimane affinché rivelasse dove aveva messo al riparo i reperti romani. Poi gli hanno tagliato la testa. L’hanno decapitato al centro dell’anfiteatro della sua Palmira davanti a un pubblico che ha assistito all’esecuzione.
Khaled al Assaad, o “Mr Palmira” aveva dedicato sin dagli anni ’60 il suo lavoro di studioso al monumentale sito archeologico in collaborazione con missioni archeologiche internazionali e con l’Unesco. Assaad aveva ricevuto diverse onorificenze durante la sua attività e anche post mortem. In Italia, nell’ottobre del 2015 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva intitolato all’archeologo siriano l’area di interesse culturale degli Arsenali della Repubblica a Pisa, allora appena restaurati. Sempre nel 2015 Khaled al Assaad era stato onorato come “giusto” al Giardino dei Giusti a Milano.
L’agenzia Sana afferma che il ritrovamento delle spoglie di Assaad, assieme ai resti di altri due corpi, è avvenuto nella località di Kahlul, a est di Palmira. I resti del corpo del “martire” sono ora a Damasco in attesa del test del DNA che dovrà confermare o smentire l’identità.