“Una dichiarazione di guerra”: i palestinesi in Israele denunciano arresti di massa
La polizia israeliana ha annunciato l’intenzione di arrestare nei prossimi giorni centinaia di palestinesi israeliani per la loro partecipazione a recenti sit-in a sostegno dei palestinesi nell’area di Gerusalemme est occupata e nella Striscia di Gaza.
La polizia israeliana ha infatti pianificato l’arresto di 500 palestinesi all’interno di Israele nell’ambito dell’operazione “Law and Order”, hanno annunciato le autorità del regime di Tel Aviv, in un piano approvato dal ministro della sicurezza interna Amir Ohana e dal commissario della polizia israeliana Kobi Shabtai.
Secondo quanto riferito, le autorità hanno preparato una “banca dati di obiettivi” di 500 nomi, e affermano di aver già accumulato casi con prove per consentire una rapida presentazione di accuse in tribunale. Le accuse variano dal vandalismo alla violenza e all’istigazione, tutte documentate dall’unità informatica Lahav 433, l’equivalente israeliano dell’FBI.
Sempre nella giornata di oggi, lunedì 24 maggio, un palestinese ha aggredito con un coltello due israeliani a Gerusalemme Est, vicino al quartier generale della polizia israeliana. I due israeliani sono rimasti feriti, uno in maniera grave. Le forze di sicurezza hanno sparato e “neutralizzato” l’ autore dell’aggressione che è morto poco dopo. L’attacco è avvenuto nel quartiere di Sheikh Jerrah, il sobborgo arabo in cui si trovano le case contese che hanno rappresentato la miccia che ha riacceso il conflitto israelo-palestinese.
Domenica notte, la polizia israeliana ha annunciato – con una nota ufficiale – che circa 1.550 persone sono già state arrestate dal 9 maggio a oggi e che la campagna proseguirà, perché mira a “perseguire” i manifestanti che nelle ultime due settimane sono scesi in piazza nelle città in tutta Israele.
Hassan Jabareen, direttore generale di Adalah, il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, ha dichiarato che la campagna rappresenta una dichiarazione di “guerra” contro manifestanti palestinesi, attivisti politici e minoranze, sollecitando una “risposta rapida” da tutti i movimenti politici pro -palestinesi.
Lo scopo degli arresti è “regolare i conti” con i palestinesi, secondo le stesse parole della polizia israeliana – per le loro posizioni e attività politiche”.
A seguito della recente escalation tra Israele e Gaza, gruppi di palestinesi con la cittadinanza israeliana sono scesi in strada a protestare in città come Haifa, Tayibe, Lod ed altre. Numerose manifestazioni sono scoppiate in alcune città di Israele, a partire da lunedì 10 maggio, in corrispondenza con i primi lanci di razzi di Hamas e l’inizio dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza.
I cittadini palestinesi nei territori occupati da Israele, che costituiscono il 20% della popolazione del paese, hanno ampiamente condiviso un post sui social media che mette in guardia sugli arresti di massa israeliani.
“Questa è una dichiarazione di guerra, gli israeliani prenderanno d’assalto più di 500 case per rapire i nostri bambini e giovani”, si legge nel post. “Questo non è solo un tentativo di intimidazione, e non è solo una politica di intimidazione. Questa è una guerra senza precedenti contro i palestinesi in patria, e sarà condotta sotto la copertura di un silenzio umiliante”, ha continuato.
“Israel” forces in the 1948-occupied Palestinian territories have started a fierce campaign to arrest at least 500 Palestinians, in 48 hours, who demonstrated against racism, war crimes and ethnic cleansing!#Palestine pic.twitter.com/oa6dENoPsb
— Quds News Network (@QudsNen) May 24, 2021