Pakistan, il premier Imran Khan shock sugli stupri: “Vestiti succinti? Gli uomini non sono robot”
“Se una donna indossa vestiti succinti, questo avrà un impatto sugli uomini, a meno che non siano robot”. È quanto affermato dal primo ministro del Pakistan, Imran Khan, in un’intervista che ha fatto scalpore in patria e all’estero.
“Voglio dire, è buon senso”, ha proseguito il premier pakistano nel corso dell’intervista concessa al giornalista australiano Jonathan Swan per la serie di documentari Axios della HBO. Alla domanda dell’intervistatore se il modo in cui le donne si vestono abbia a che fare con la violenza sessuale, Khan ha ribadito: “Dipende dalla società in cui vivi”.
“Se in una società in cui le persone non hanno mai visto quel genere di cose, questo avrà un impatto su di loro”, ha affermato l’ex campione di cricket, che ha raccolto una valanga di critiche sia in Pakistan che a livello internazionale.
Non è la prima volta che Imran Khan suscita questo genere di polemiche. Ad aprile, intervenendo in un programma della televisione statale pakistana, il premier aveva suggerito che indossare il velo poteva proteggere le donne dalle aggressioni sessuali. “Se nella nostra religione esiste il concetto di velo, dietro c’ è una filosofia, e quella filosofia è salvare il sistema familiare e proteggere la società”.
“Bisognerebbe schierarsi dalla parte delle vittime e non offrire scuse a chi commette questi crimini”, ha commentato Bilawal Bhutto Zardari, figlio della scomparsa ex premier Benazir Bhutto e attuale segretario del Partito Popolare Pakistano, il primo movimento d’opposizione in parlamento. “Imran Khan è in una posizione in cui dovrebbe scegliere saggiamente le proprie parole e azioni. Non può passare il messaggio che sia da biasimare chi subisce un torto e degli abusi”.
“Il mondo ha avuto un’idea della mentalità malata, misogina, degenerata e misera di Imran Khan”, ha scritto su Twitter la portavoce del secondo partito di opposizione per numero di seggi in parlamento, la Pakistan Muslim League, Marriyum Aurangzeb. “Non sono le scelte delle donne a provocare le aggressioni sessuali, piuttosto quelle degli uomini che scelgono di impegnarsi in questo crimine spregevole e vile”.
“Vergognati”, ha aggiunto sempre su Twitter la modella pakistana, Frieha Altaf, rivolgendosi direttamente al premier. Tuttavia, diverse deputate e ministre del partito Tehreek-e-Insaf di Khan hanno difeso il primo ministro, sostenendo chele dichiarazioni sono state estrapolate dal contesto.
Alcune donne in Pakistan hanno risposto ai commenti di Khan condividendo sui social le foto dei vestiti che indossavano quando sono state molestate sessualmente. Altre utenti hanno raccontato di essere state vittime di violenza nonostante indossassero il tradizionale velo e il shalwar kameez, un tipico capo d’abbigliamento in voga nel subcontinente indiano composto da pantaloni e tunica.
Una manifestazione di protesta andata in scena ieri a Karachi ha visto centinaia di donne scendere in piazza “contro la cultura dello stupro, della violenza sessuale e la colpevolizzazione delle vittime, ormai arrivata anche ai più alti livelli ufficiali”. Le dimostranti erano state invitate a sfilare in corteo con i capi di abbigliamento che indossavano durante le molestie subite in prima persona o da parenti, amiche, conoscenti.
Protest against Imran Khan’s statement regarding rape. We demand apology or Resign at Karachi press club today✌️✌️ pic.twitter.com/iyL2NgaRtl
— Shireen Asa’ad (@ShireenAijaz) June 26, 2021
Le dichiarazioni del premier hanno anche suscita la reazione della Commissione per i diritti umani del Pakistan e di una decina di altre associazioni, secondo cui le parole di Imran Khan sono “pericolosamente semplicistiche e rafforzano la percezione che le donne sappiano cosa stanno facendo e gli uomini siano aggressori ‘indifesi’. “In qualità di capo del governo – un governo che sostiene di difendere i diritti delle donne e dei gruppi vulnerabili – insistere su questo punto di vista è semplicemente imperdonabile”.
L’amministrazione guidata da Imran Khan, in carica dal 2018, ha subito diverse critiche negli ultimi anni per l’incapacità di contrastare le molestie sessuali e la violenza di genere. Le aggressioni contro le donne non sono rare in Pakistan. Sono quasi 1.000 i casi di femminicidio denunciati ogni anno nel Paese, per lo più relativi ai cosiddetti “delitti d’onore”.