Dieci morti in un attacco suicida in Pakistan
L'aggressione, rivendicata dai Taliban, è avvenuta a Jamrud in un'area considerata altamente instabile
Le autorità pakistane hanno reso noto che martedì 19 gennaio almeno dieci persone sono rimaste uccise e 20 sono state ferite, in seguito a un attentato suicida avvenuto a un posto di blocco nel nord-ovest del paese.
Il funzionario governativo locale, Munir Khan, ha riferito che l’attentatore si è lanciato a bordo della sua motocicletta contro un veicolo della polizia parcheggiato accanto al posto di blocco. La moto era imbottita di esplosivo.
Secondo fonti ufficiali, tra le vittime ci sono almeno cinque agenti di polizia, tra cui l’ufficiale di linea a cui apparteneva il veicolo colpito, oltre a un bambino e un giornalista locale.
Riprese televisive mostrano i rottami bruciati delle vetture mentre i soccorritori si affrettano a mettere in salvo i feriti, trasportati insieme ad alcune delle vittime al complesso medico Hayatabad nella vicina Peshawar.
(Un video mostra i momenti successivi all’attacco)
Il comandante dei Taliban pakistani, Maqbool Dawar, ha rivendicato l’attacco e ha riferito che si tratta di una ritorsione per la presunta morte in prigione di alcuni membri del gruppo.
Dawar ha anche precisato che il giornalista rimasto ucciso non era un obiettivo. Anche un altro gruppo talebano ha rivendicato l’attacco.
L’aggressione ha avuto luogo nella zona di Jamrud, prossima alle aree tribali di amministrazione federale, una regione semi-autonoma altamente instabile.
A fine 2014, in seguito all’attacco contro una scuola gestita dall’esercito che causò la morte di oltre 150 persone, per lo più bambini, le forze di sicurezza pakistane hanno intensificato la lotta contro i Taliban e altri gruppi armati lungo il confine con l’Afghanistan.
Nel dicembre 2015, un altro attentato contro uffici governativi era costato la vita ad almeno 23 persone. Nonostante gli episodi di questa natura siano diminuiti in seguito al giro di vite delle forze armate pakistane i Taliban lanciano occasionali attacchi suicidi e raid contro le forze di sicurezza.