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Home » Esteri

Caos in Venezuela, quali sono i paesi che si sono schierati con Maduro

Immagine di copertina
Credit: Afp

Dalla Francia agli Stati Uniti, aumentano i capi di Stato che prendono posizione contro Nicolas Maduro. Anche Bruxelles, che lancia un appello a sostegno dell'Assemblea nazionale venezuelana

“Non consideriamo nulla ma tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha dichiarato il presidente degli stati Uniti Donald Trump. “Rendo omaggio alle centinaia di migliaia di venezuelani che marciano per la loro libertà”, ha scritto su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron. Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate dai capi di stato dopo che Juan Guaidò, il leader dell’opposizione, mercoledì 23 gennaio si è autoproclamato presidente del Venezuela.

Tranne alcune eccezioni, come Cuba, nei confronti di Guaidò, perfetto sconosciuto fino a poche settimane fa, sono arrivati ampi consensi. Washington ha riconosciuto formalmente il ruolo dell’erede di Leopoldo Lopez, ma il Tycoon non ha fatto riferimento alla possibilità che vengano inviati militari nel paese. Il presidente del Venezuela, poco dopo le dichiarazioni di Guaidò, aveva intimato ai diplomatici statunitensi di lasciare Caracas entro due giorni.

Lo stesso appoggio è arrivato dal leader francese Emmanuel Macron. “Dopo l’elezione illegittima di Nicolas Maduro nel maggio 2018, l’Europa sostiene il ritorno della democrazia”, ha scritto il leader di En Marche! su Twitter.

Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politica estera, ha dichiarato che l’Unione Europea sostiene l’Assemblea Nazionale, il Parlamento fondato dopo le elezioni del 2015 e controllato dalle opposizioni ma che negli ultimi due anni Nicolas Maduro ha svuotato di potere.

“Rivolgiamo un appello urgente a dare immediato inizio ad un processo politico che porti ad elezioni libere e credibili, in conformità con l’ordinamento costituzionale. Il popolo venezuelano si è pronuncia.

Si sarebbe espresso anche Pedro Sanchez. Secondo quanto riportato dallo stesso Guaidò, il premier spagnolo avrebbe condiviso le motivazioni che hanno portato il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana ad autoproclamarsi presidente ad interim. “Gli ho spiegato la lotta che abbiamo intrapreso con tutto il Venezuela per raggiungere un governo di transizione e tenere elezioni libere”, ha twittato Guaidò. “Il premier mi ha confermato il suo sostegno totale”, ha concluso l’oppositore al governo di Nicolas Maduro.

Il 26 gennaio Macron, Sanchez, Merkel e Mogherini hanno ribadito il loro appoggio a Guaidò e hanno dato otto giorni di tempo a Maduro per indire nuove elezioni prima di riconoscere ufficialmente la leadership del leader dell’opposizione.

La difesa di Maduro. Cina, Russia e Turchia, Siria e Iran si sono schierati a fianco del presidente, che aveva vinto le ultime elezioni con il 70 per cento dei consensi e si era insediato al suo secondo mandato in sei anni come capo della Repubblica bolivariana.

“Tutte le parti coinvolte dovrebbero restare razionali ed equilibrate”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. Per Pechino, che invita gli Stati Uniti a non interferire con la politica del Venezuela, la priorità dovrebbe essere la ricerca di “una soluzione politica sulla questione venezuelana con il dialogo pacifico all’ interno della cornice della Costituzione del Venezuela”.

Al coro si aggiunge Mosca, che ha condannato “l’interferenza straniera” nel paese” sottolineando come “la deliberata formazione di un doppio potere” possa portare “direttamente al caos e alla distruzione delle basi dello Stato venezuelano”. Mosca, si legge nella nota diramata dal Cremlino, condanna “fermamente coloro che spingono la società venezuelana nell’abisso di una sanguinosa guerra civile”.

Il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, ha fatto sapere che Recep Tayyip Erdogan ha telefonato e si è schierato a fianco del “fratello Maduro”. “La Turchia manterrà la sua posizione di principio contro tutti i tentativi di golpe sotto la guida del nostro presidente Erdogan” ha aggiunto il portavoce, usando l’hashtag #WeAreMaduro.

Anche Siria e Iran appoggiano Maduro. Damasco, per bocca di una fonte riportata dall’agenzia Sana, ha condannato le “spudorate interferenze degli Usa negli affari interni del Venezuela, esprimendo piena solidarietà all’erede di Chavez. Teheran, tramite l’agenzia stampa Mehr, ha fatto sapere di sostenere “il governo e la nazione venezuelana contro qualsiasi interferenza straniera negli affari interni del paese e contro qualsiasi azione illegale, compresa l’organizzazione di colpi di Stato”.

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