In Europa torna l’incubo lockdown: dalla Francia alla Germania, nuove strette per mezzo continente
Nel vecchio continente i nuovi contagi da Covid sono aumentati del 36 per cento e sempre più paesi pensano a nuove chiusure
Dopo il lockdown della scorsa primavera e la riapertura estiva, l’Europa torna a imporre nuove chiusure di fronte all’aumento dei contagi registrato in diversi paesi del continente. Secondo l’ultimo bollettino dell’Oms, nella settimana al 25 ottobre, i nuovi contagi da Covid in Europa sono aumentati del 36 per cento (la settimana scorsa le nuove infezioni da Covid sono state un milione e 335.914).
Paesi come Francia, Italia, Regno Unito e Russia hanno visto l’incremento settimanale delle infezioni superare quota 100mila. Il vecchio continente ha visto inoltre, in tale arco temporale, i morti crescere del 37 per cento. A causa di questi dati, sempre più Stati si apprestano a decidere nuove chiusure. Oltre all’Italia, che ha scelto il semi-lockdown avviato dall’ultimo Dpcm del premier Conte, anche Francia e Germania impongono ora nuove chiusure, cercando di evitare un lockdown generalizzato che colpirebbe le economie nazionali.
L’Irlanda il primo paese in Europa a imporre il lockdown
Il primo Paese Ue a tornare in isolamento è stata l’Irlanda, dove lo scorso 19 ottobre il primo ministro Micheal Martin ha emanato l’ordine nazionale di “restare a casa”, anche se le scuole sono rimaste aperte. La nuova chiusura, della durata di sei settimane, riguarda anche tutti i negozi al dettaglio non essenziali, mentre bar e ristoranti si limitano al solo servizio da asporto o di consegna.
“A tutti gli abitanti del paese viene chiesto di rimanere a casa”, ha detto Martin in un discorso televisivo nazionale. Solo i lavoratori essenziali sono “autorizzati a recarsi al lavoro” e ai cittadini sarà permesso di fare esercizio fisico solo entro cinque chilometri (tre miglia) dalla loro residenza. Il trasporto pubblico funziona al 25 per cento della capacità di servire solo i lavoratori essenziali.
La Francia di nuovo in confinement
I vertici del governo francese avevano finora dichiarato di voler evitare un nuovo lockdown nazionale, ma ora il paese si trova costretto a prendere delle contromisure di fronte all’impennata dei contagi e oggi il consiglio dei ministri ha approvato la nuova chiusura, annunciata dal presidente Emmanuel Macron stasera in un discorso alla Nazione (qui i dettagli).
“Se non diamo un colpo fatale ai contagi i nostri ospedali saranno presto pieni, senza possibilità di trasferire i malati perché il virus è dappertutto. Dopo aver consultato scienziati, attori sociali, politici ed economici, ho deciso che c’è bisogno di riprovare il lockdown a partire da venerdì, la chiusura che ha già fermato il Paese in primavera”, così il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato le nuove misure di contenimento del Coronavirus in Francia di cui, ha detto, “si assume la piena responsabilità”.
L’obiettivo è quello di proteggere i più deboli, gli operatori umanitari, i malati ma anche l’economia, ha sottolineato il presidente. “Non possiamo pensare di avere una sanità solida se non c’è una sana economia, dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra gli elementi senza rinunciare alla vita umana”, ha aggiunto Macron, illustrando le opzioni che il governo ha considerato ma escluso prima di prendere la decisione finale, e cioè quella di imporre un nuovo lockdown, anche se leggermente diverso da quello che in cui è già piombato il Paese in primavere.
In Francia l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha raggiunto dati drammatici: i nuovi casi sono aumentati del 60 per cento rispetto a una settimana fa e nelle ultime 24 ore ammontano a 33.417. I decessi sono stati invece 523, il massimo dallo scorso aprile. Complessivamente, la Francia ha accumulato 1,243 milioni di casi dall’inizio della pandemia e 35.575 decessi. Ma i contagi effettivi, hanno sottolineato gli esperti, sarebbero in realtà oltre 100mila al giorno.
La seconda ondata, secondo quanto ha dichiarato il capo dei consiglieri scientifici del governo, non è localizzata ma nazionale, e potrebbe essere più forte della prima. Ciò che preoccupa il governo, è il possibile collasso delle strutture ospedaliere francesi: già da qualche giorno infatti sono cominciati i trasferimenti in aereo di pazienti da una regione all’altra per distribuire il carico di lavoro sui diversi reparti di terapia intensiva.
In Germania Merkel annuncia un “lockdown light” nazionale
Anche in Germania l’epidemia di Covid-19 sta provocando una nuova ondata di contagi, col dato dei nuovi casi giornalieri che ora supera regolarmente la soglia dei 10mila. La cancelliera Angela Merkel, dopo un vertice in videoconferenza con i governatori dei Laender, ha annunciato nel pomeriggio del 28 ottobre un mini-lockdown light nazionale per un mese a partire dal 2 novembre (Qui i dettagli).
Le misure compongono un piano più radicale rispetto alle misure introdotte dal nuovo Dpcm del governo Conte, visto che prevede la totale chiusura dei servizi di ristorazione, anche se restano consentiti asporto e take-away. A differenza però dell’Italia, dove le superiori tornano con la didattica a distanza, in Germania scuole e asili restano aperti, così come i negozi, sempre se la soglia dei contagi lo consentirà. A vigilare saranno i singoli Land. Stadi a porte chiuse nella Bundesliga, stop anche a palestre, piscine, cinema e teatri, come previsto anche dal Dpcm. E sarà vietato anche pernottare in strutture ricettive per motivi turistici.
In Spagna ipotesi chiusure regionali
I dati dell’epidemia preoccupano anche in Spagna, dove oltre un quarto dei posti di rianimazione è occupato da pazienti Covid e nelle ultime 24 ore si sono registrati 18.418 nuovi casi di coronavirus e 267 decessi. Per il momento, tuttavia, le chiusure sono previste soltanto a livello regionale. Il premier Pedro Sanchez ha varato infatti qualche giorno fa lo stato d’emergenza, che consente alle regioni di chiudere i propri confini se necessario: Andalusia, Madrid e Castilla y León hanno già chiesto un parere ai loro comitati tecnico-scientifici in vista del ponte di Ognissanti.
Regno Unito, aumentano le “zone rosse”
Nel Regno Unito i morti di ieri sono stati 367, segnando un record dallo scorso maggio. Il 26 ottobre è stato annunciato che le restrizioni imposte a dal governo di Boris Johnson nelle zone più colpite saranno estese anche a Nottingham e a parte della contea circostante. Il livello massimo di allerta prevede per almeno 28 giorni la chiusura di pub e bar che non svolgono attività da ristorante, il divieto di contatti con persone non conviventi, e multe per le riunioni di oltre sei persone (familiari inclusi). Queste limitazioni erano già state applicate alla regione di Liverpool, a quella della Grande Manchester, al Lancashire, al South Yorkshire e a Warrington. Le persone in lockdown nel paese salgono quindi a circa 8 milioni.
Europa in lockdown: le restrizioni degli altri paesi
Anche altri paesi del continente europeo hanno imposto alcune restrizioni per limitare l’aumento di contagi. Il Belgio, che secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è il paese più colpito dalla seconda ondata in Europa, ha introdotto da lunedì 19 ottobre un coprifuoco notturno in tutto il Paese e ha chiuso completamente il settore dell’ospitalità. Il governo di Alexander de Croo attende fino a metà della settimana in corso per vedere se, dieci giorni dopo l’ultima serie di restrizioni, sarà necessario un lockdown generalizzato come quello della scorsa primavera in diversi paesi d’Europa.
La Russia ieri ha imposto la chiusura di bar e ristoranti tra le 23 e le 6 del mattino, per combattere la diffusione del Coronavirus. Diversa la strategia della Norvegia, che nelle ultime due settimane ha registrato 37,7 contagi di Covid ogni 100mila abitanti (il dato più basso in Europa). Il governo ha annunciato dei “piccoli passi” per evitare di prendere “misure più importanti più avanti”. Per questo il numero di partecipanti a eventi privati all’aperto è stato ridotto da 200 a 50, mentre in casa potranno essere ospitate massimo 5 persone (e non più 20) non appartenenti al nucleo familiare.
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