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Paesi Bassi: 5 condannati per gli scontri di Amsterdam con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv

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Amsterdam, 10 novembre 2024. La polizia carica la folla scesa in piazza per per denunciare i comportamenti dei tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv in occasione della partita con l'Ajax di giovedì 7 novembre. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Riconosciuta, in quattro casi su cinque, l'aggravante anti-semita. Le pene vanno dai sei mesi di carcere ai lavori socialmente utili

Il tribunale di Amsterdam ha condannato oggi cinque uomini accusati “atti di violenza e complicità” negli scontri contro i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv, avvenuti nella giornata della gara con l’Ajax del 7 novembre scorso, in una serie di attacchi definiti “antisemiti” dal governo di Tel Aviv.

Le pene inflitte dalla magistratura olandese vanno dai sei mesi di reclusione all’obbligo di svolgere lavori socialmente utili. La procura di Amsterdam aveva incriminato i cinque imputati per aver aggredito in strada i tifosi israeliani e incitato alla violenza in alcune chat di gruppo.

La condanna più grave, sei mesi di carcere, è andata a un trentaduenne identificato con le iniziali S. O., che secondo la Procura di Amsterdam avrebbe avuto un “ruolo di primo piano” nelle violenze. Le immagini mostrate in tribunale mostravano l’uomo che prendeva a calci una persona bloccata a terra, ne inseguiva altre e prendeva a pugni altri passanti.

Un altro imputato, identificato con le iniziali U. A., è stato invece condannato a otto mesi di carcere, di cui tre sospesi in via condizionale. L’uomo era stato accusato di aver aggredito alcuni tifosi e divulgato messaggi online che chiedevano una “caccia all’ebreo”. A un terzo condannato, R. O., sono state comminate 10 settimane di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver diffuso una serie di messaggi online che inneggiavano alla violenza antisemita, mentre una quarta persona, K. S., è stata condannata a un mese di carcere per le medesime accuse.

Tra gli imputati figurava anche un minorenne, L. D., condannato a scontare 100 ore di servizi sociali dopo che il tribunale non ha riconosciuto l’aggravante antisemita delle sue azioni. Altri sei sospettati sono ancora in attesa di giudizio, tra cui un uomo accusato di tentato omicidio ma sottoposto a valutazione psichiatrica.

Tutto era cominciato, secondo le ricostruzioni dei media locali e internazionali, con una serie di scontri e provocazioni tra i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv, i cui gruppi ultras sono noti per l’ideologia di estrema destra, e alcuni dimostranti filo-palestinesi. Come riportato dal britannico Daily Mail, già il giorno prima della gara di Europa League – poi vinta dall’Ajax per 5 a 0 – alcuni “hooligan israeliani avevano strappato bandiere della Palestina” e “decine di persone incappucciate e vestite completamente di nero” avevano lanciato cori contro la Palestina, mentre secondo il comandante della polizia della città, Peter Holla, alcuni sostenitori del club israeliano avevano aggredito il conducente di un taxi e bruciato una bandiera palestinese.

I disordini poi erano continuati fino alle prime ore del giorno successivo. Prima dell’inizio della partita poi, secondo la britannica Bbc, erano andati in scena una serie di scontri tra alcuni dimostranti filo-palestinesi e un gruppo di tifosi del Maccabi Tel Aviv a Piazza Dam, uno dei luoghi simbolo di Amsterdam poco distante dalla Stazione centrale. Qui i sostenitori israeliani avevano intonato cori razzisti contro i palestinesi e fatto a pezzi un’altra bandiera della Palestina, oltre ad aver acceso fumogeni ed esploso petardi.

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