Attacco ai curdi, anche i Paesi Bassi sospendono la vendita di armi alla Turchia
I Paesi Bassi sospendono la vendita di armi alla Turchia dopo l’attacco di Ankara ai curdi in Siria.
La decisione è stata comunicata dal vicepremier olandese Hugo de Jonge: i Paesi Bassi sospenderanno la fornitura di qualsiasi tipo di armamento alla Turchia finché non cesserà l’invasione della Siria Nord Orientale.
Si tratta di una decisione che segue quella di altre nazioni, come Norvegia, Finlandia e Danimarca, che hanno dato il loro stop alla vendita di armi ad Ankara condannando duramente l’azione di Erdogan contro i curdi.
Per quanto riguarda i Paesi Bassi, il giro di affari con la Turchia nel settore delle armi si aggira attorno ai 30 milioni di euro all’anno. Un business interrotto da Amsterdam per fare pressione su Erdogan e dissociarsi dall’invasione della Siria.
Anche la Svezia, in queste ore, sta pensando di adottare una misura analoga. La prima nazione a muoversi in questo senso è stata la Finlandia: “La Turchia avvia un’operazione militare nel nord della Siria. La situazione è seria. Per quanto riguarda la mia area di responsabilità, la Finlandia non esporta materiale militare in paesi che conducono guerre o violano i diritti umani. In questa situazione, non saranno concesse nuove licenze di esportazione di armi dalla Finlandia alla Turchia”, ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri finlandese Ine Eriksen Soreide.
Quanto all’Italia, come spieghiamo nel dettaglio in questo articolo, dal 2015 il nostro paese ha esportato armi per il valore di 890,6 milioni di euro. Nel 2018 le armi effettivamente consegnate erano poco più della metà per un valore di 463,8 milioni di euro, il che significa che l’altra metà deve ancora arrivare a destinazione e potrebbe essere bloccata.
Nonostante le condanne formali di tutto l’arco politico italiano all’operazione di Erdogan, il governo non ha ancora detto nulla sulla questione dell’esportazione di armi ad Ankara.