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Home » Esteri

Il figlio piange troppo, lui lo scuote così violentemente da ucciderlo

Immagine di copertina
Matthew Jones e il piccolo Cody

Un padre uccide il figlio di quindici settimane che piange troppo.

L’episodio drammatico risale al 7 dicembre del 2016 quando Matthew Jones, allora 23 anni, si trovava da solo in casa con il suo Cody, il bambino nato 15 settimane prima dalla sua relazione con la compagna.

Quella sera il piccolo Cody non smetteva di piangere. Matthew, esausto, aveva perso il controllo, aveva preso il bambino e iniziato a scuoterlo più e più volte. La violenza con cui il 23enne aveva scosso il bambino di 15 mesi è stata tale da provocargli dei danni cerebrali importanti che l’avevano portato prima al coma e poi alla morte, nel giro di 24 ore.

Dopo essersi reso conto di quanto avvenuto, Matthew aveva immediatamente chiamato i soccorsi. Subito un’ambulanza era arrivata all’appartamento del giovane, che, però, non aveva detto la verità: non aveva confessato che a provocare la morte di Cody era stato lui.

Agli agenti di polizia, il ragazzo aveva detto che il bambino era morto per cause accidentali. I quotidiani del Galles allora avevano riportato le parole del ragazzo: “Lo stavo tenendo in braccio, quando mi è scivolato, è rimbalzato sul letto e ha battuto la testa a terra”.

A confutare quanto affermato allora dal ragazzo è stata l’autopsia. L’esame condotto sul corpicino senza vita di Cody non confermava quanto riferito dal padre. Sul corpo, infatti, c’erano delle lesioni pregresse.

Dopo due anni, però, giustizia è stata fatta per il piccolo Cody. Matthew Jones è stato condannato, nonostante i suoi avvocati abbiano cercato di ottenere delle attenuanti. A sua difesa, i legali hanno detto che in quel momento il ragazzo “era molto stressato, nei giorni precedenti all’omicidio aveva lavorato in fabbrica per troppe ore ed era molto frustrato per non riuscire a dare una vita dignitosa dal punto di vista economico al piccolo”. Per gli avvocati, Matthew si sarebbe pentito di quanto fatto. Alla fine la condanna è stata di nove anni di carcere.

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