Scopre che la ragazza è incinta: il futuro padre assolda la cugina per uccidere il bambino
Scopre che la ragazza è incinta: il futuro padre assolda la cugina per uccidere il bambino
Scopre che la sua fidanzata diciassettenne è incinta: così il futuro padre del nascituro, un ventiduenne, assolda la cugina per far uccidere il bambino.
L’orrenda vicenda è avvenuta nella zona di Harlesden, a nord-ovest di Londra, il 12 dicembre scorso, ma è stata resa nota solo di recente con lo svolgersi del processo, che ha visto tutti i protagonisti condannati a diversi anni di reclusione.
La storia ha inizio nel dicembre del 2018 quando Harief Pearson, di 22 anni, viene a sapere dalla sua fidanzata diciassettenne, che presto diventerà padre.
Il giovane, però, non ha preso bene la notizia e ha chiesto alla sua compagna di abortire. La ragazza, dal canto suo, gli ha rivelato la sua volontà di tenere il nascituro e ha chiesto al futuro padre di fare parte della loro vita.
Pearson, così, ha deciso di assoldare la cugina, la ventiduenne Kydie McKenna, per provocare un aborto alla sua fidanzata.
Quello che è successo subito dopo è dir poco raccapricciante.
Il giovane, infatti, ha invitato la sua compagna nella sua abitazione. Una volta arrivata, la ragazza è stata sorpresa e immobilizzata dalla cugina del suo fidanzato e da una quindicenne, che poi si è scoperto avere una relazione con lo stesso Pearson, le cui generalità non sono state rese note poiché minorenne.
Durante il sequestro, le due ragazze hanno preso a pugni e calci la giovane incinta, colpendola allo stomaco, alla schiena e al torace.
La quindicenne ha anche strappato le unghie alla gestante, mentre McKenna ha versato dell’alcol sulla faccia sanguinante della povera vittima.
Dopo aver preso ripetutamente a calci sullo stomaco la vittima, la quindicenne ha versato del detersivo nella gola della ragazza incinta.
Le indagini e le condanne dei responsabili
Incredibilmente, però, il bambino è sopravvissuto alle atrocità e dovrebbe nascere il mese prossimo.
A tradire i tre colpevoli, invece, è stata una telefonata che la cugina di Pearson ha fatto al 911 la sera delle violenze, in cui avvertiva le autorità del fatto che una ragazza era stata ritrovata ferita per strada.
Le intercettazioni telefoniche e alcuni filmati della sorveglianza hanno permesso agli inquirenti di ricostruire i fatti, che hanno portato alla condanna di Pearson e McKenna rispettivamente a undici e dieci anni di reclusione.