Le sentenze per l’omicidio del giornalista Kuciak: assolto il presunto mandante, condannato il sicario
L’oligarca Márian Kocner è stato assolto oggi – giovedì 3 settembre – con una sentenza a sorpresa del tribunale speciale slovacco di Pezinok dall’accusa di essere stato il mandante dell’assassinio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirová. Il verdetto contraddice le stesse testimonianze dei rei confessi e le prove pubblicate dai media.
I reo confessi
L’unico ad essere ritenuto colpevole come sicario è il reo confesso Tomas Szabó, condannato a 25 anni. L’altro killer, Miroslav Marcek, era stato già recentemente condannato a 35 anni. Assolta anche la collaboratrice di Kocner, Alena Zsuzsova, che secondo uno degli imputati, il pentito Zoltan Andrusko, aveva ingaggiato i killer pagandoli tra i 35mila e i 40mila euro per assassinare quel reporter scomodo. Kocner e la Zsuzsova sono stati subito rilasciati.
Su cosa stava indagando Kuciak
Da anni il giovane Kuciak, giornalista investigativo del giornale online Aktuality.sk, indagava e pubblicava notizie sull’oligarca Márian Kocner, vicino all’allora premier socialista-sovranista e autocratico Robert Fico. Kocner era sospettato e accusato con prove da Ján di uso improprio di fondi dell’Unione europea, frode ed evasione fiscale, oscuri contatti con cosiddetti uomini d’affari italiani presumibilmente legati alla Ndrangheta. Kocner era sospettato anche di legami con i criminali che fecero assassinare a Malta la giornalista Daphne Caruana Galizia. Kocner ha sempre negato ogni responsabilità, ma ha anche offerto – invano – ingenti somme di denaro al giornale di Kuciak in cambio del silenzio.
L’assassinio
Il 21 febbraio 2018 Ján e la sua fidanzata Martina Kusnirovà vennero uccisi in casa loro. Il duplice omicidio scatenò immediate proteste di piazza della società civile e dei pochi media liberi. Il presidente della repubblica Kiska chiese di indagare a fondo e far luce sul caso, il premier Robert Fico accusato di complicità si vide costretto alle dimissioni, ma fu sostituito da un suo uomo di fiducia, Peter Pellegrini. Kocner era già in carcere da giugno 2018, ma per i suoi reati economici scoperti da Ján e fortemente sospettati come colpe reali dalla magistratura.
Una brutta fine
Kocner continua a negare ogni colpa e la giustizia, con la sentenza attuale, lo ha assolto. Sembra chiudersi così una storia criminale che aveva scosso la Slovacchia e l’Unione europea intera. Ma le proteste di piazza sono destinate a risvegliarsi.
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