Bin Salman accusato di crimini contro l’umanità per l’omicidio del giornalista Khashoggi
Khashoggi, bin Salman accusato di crimini contro l’umanità
Il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman e altri quattro funzionari sauditi sono stati accusati di aver commesso crimini contro l’umanità in una denuncia penale presentata in Germania da Reporters Sans Frontières (RSF), l’ong che promuove e difende la libertà di informazione e la libertà di stampa.
La denuncia di 500 pagine, presentata al pubblico ministero tedesco presso la corte federale di giustizia di Karlsruhe, è incentrata sulla persecuzione “diffusa e sistematica” dei giornalisti in Arabia Saudita, compresa la detenzione di 34 giornalisti e l’omicidio di Jamal Khashoggi, l’editorialista del Washington Post ucciso e fatto a pezzi nell’autunno del 2018 in ambasciata a Istanbul.
Lo scorso 26 febbraio l’amministrazione Biden ha pubblicato il report della CIA in cui si evidenzia che l’uccisione di Khashoggi fu approvata proprio dal principe saudita 35enne. Il principe è, tra le altre cose, la stessa persona con cui il senatore italiano Matteo Renzi dialogava lo scorso gennaio. (Sulla questione, Renzi invece di rispondere alle domande dei giornalisti si è intervistato da solo).
“Questi giornalisti vengono uccisi, torturati, subiscono violenze sessuali, coercizioni”, ha detto martedì in una conferenza stampa Christophe Deloire, segretario generale di Reporters Sans Frontières. RSF ha scelto di presentare la denuncia in Germania perché le leggi tedesche conferiscono ai suoi tribunali la giurisdizione sui crimini internazionali commessi all’estero, anche senza un collegamento tedesco.”L’apertura ufficiale di un’indagine penale in Germania sui crimini contro l’umanità in Arabia Saudita sarebbe la prima al mondo“, ha detto il direttore di RSF Germania Christian Mihr.
Anche la fidanzata di Jamal Khashoggi, Hatice Cengiz, ha chiesto che il principe ereditario saudita sia punito. “È essenziale che il principe ereditario, che ha ordinato il brutale omicidio di una persona innocente, sia punito senza indugio”, chiede Cengiz nel comunicato.
Nonostante la pubblicazione del rapporto, gli Usa infatti non hanno preso alcuna iniziativa contro il potente principe ereditario, considerato un fondamentale alleato di Washington nel contrasto all’Iran. Secondo Cengiz, punire bin Salman, “non solo porterebbe la giustizia che stiamo cercando per Jamal ma impedirebbe anche ad azioni simili di ripetersi in futuro”. Secondo Cengiz, “sulla base di questo rapporto, non c’è più alcuna legittimità politica per il Principe della Corona”. “La verità – che era già nota – è stata rivelata una volta di più e ora è confermata”.
In un’intervista pubblicata da TPI tre giorni fa, Cengiz sottolineava la reticenza dei Paesi occidentali nella ricerca della verità e della giustizia sul caso Khashoggi. “Pensavo di trovare i Paesi occidentali più disposti a battersi per dare giustizia a un giornalista smembrato, e invece ho trovato reticenza”, ha dichiarato la donna, divenuta ormai un simbolo della lotta per la libertà di stampa.
La decisione di RSF di convincere i pubblici ministeri tedeschi ad aprire un caso contro il principe ereditario saudita ha fatto seguito alla recente condanna in Germania di un ex ufficiale della polizia segreta siriana di favoreggiamento di crimini contro l’umanità per il suo ruolo nella tortura di manifestanti. Eyad al-Gharib, un ex ufficiale di basso grado dei servizi segreti siriani di 44 anni, ha eseguito gli ordini in una delle prigioni di Bashar al-Assad.
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