Il misterioso omicidio del fratellastro di Kim Jong-un
Seul e Kuala Lumpur non si sbilanciano sulle cause dell'assassinio di Kim Jong-nam. Morte le due donne sospettate di averlo avvelenato all'aeroporto della capitale malese
La Corea del Sud ha confermato la morte del fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un presso l’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia, nella mattinata di lunedì 13 febbraio 2017.
Ma sia le autorità di Seul che quelle malesi sono caute e finora non si sono espresse né sulle ragioni dietro l’omicidio né sull’identità degli assassini, o delle assassine. Kim Jong-nam sarebbe infatti stato avvicinato da due donne, che si è detto potrebbero essere due agenti segreti nordcoreani, prima di crollare a terra, vittima del veleno.
— Aggiornamento: l’autopsia sul corpo della vittima si è conclusa senza che fosse possibile stabilire con esattezza le cause del decesso. Lo riferiscono i media malesi secondo cui funzionari nordcoreani, contrari all’autopsia, avrebbero chiesto l’immediata consegna del cadavere del fratellastro del leader Kim Jong-un, ottenendo un netto rifiuto da parte delle autorità locali.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Afp, una donna con passaporto vietnamita sarebbe stata fermata in relazione all’omicidio.
Le autorità malesi hanno fermato una donna nella mattinata di mercoledì 15 febbraio presso il terminal low cost dell’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. Il passaporto vietnamita la identifica come Doan Thi Huong e sarebbe, secondo alcune fonti, tra i 20 e i 30 anni.
La sospettata è stata individuata grazie alle immagini delle videocamere di sicurezza dell’aeroscalo ed era sola al momento dell’arresto. La polizia sta cercando un’altra donna e quattro uomini.
In precedenza, i media giapponesi avevano detto, citando fonti del governo di Tokyo secondo cui sarebbero in corso verifiche, che le due donne sospettate di aver ucciso il fratello maggiore del leader nordcoreano erano a loro volta decedute.
Se dovesse essere confermato che il mandante dell’uccisione è il regime di Pyongyang, questo sarebbe il secondo omicidio d’alto profilo che si consuma all’interno della famiglia di Kim Jong-un negli ultimi anni. Nel 2013, lo zio Jang Song-thaek era stato messo a morte dopo essere stato accusato di essere un nemico della rivoluzione, e le sue immagini sono state rimosse in una sorta di damnatio memoriae digitale.
Kim Jong-nam, 45 anni, era il primogenito del “caro leader” Kim Jong-il e sarebbe dovuto essere il suo successore. Il figlio di Sung Hae-rim, un’attrice sudcoreana di nascita morta a Mosca, cadde in disgrazia nel 2001 quando tentò di raggiungere il Giappone con un passaporto falso perché voleva visitare Tokyo Disneyland.
Dal 1995 viveva tra Pechino e Macao e dopo la morte del padre si trasferiva spesso in diversi paesi del sudest asiatico per timore di essere raggiunto dai sicari di Kim Jong-un e ucciso. Intervistato dai media giapponesi, espresse delle critiche al regime guidato dal padre prima e dal fratellastro poi, auspicando una stagione di riforme.
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