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Tangentopoli Olimpica: l’ombra della corruzione sui Giochi di Parigi 2024

Immagine di copertina
Illustrazione: Ansperto Radice Fossati / TPI

Conflitti di interesse, spese pazze e appropriazione indebita. Sui vertici del Comitato organizzatore pendono le inchieste. Eppure doveva essere l’edizione meno costosa e più trasparente. Ma con un giro d’affari da 9 miliardi di euro non ci sono leggi né agenzie anti-corruzione che tengano

Dalla loro rievocazione alla fine del XIX secolo, i Giochi Olimpici sono la manifestazione più importante – e anche la più mediatica – al mondo, ponendoli inevitabilmente al centro di complesse questioni politiche ed economiche dai contorni spesso torbidi, a volte tragici.

Non a caso la politica e la corruzione hanno influito sullo svolgimento delle Olimpiadi sin dai primi Giochi dell’antica Grecia. Infatti nonostante la tradizione di giurare a Zeus di gareggiare lealmente, la competizione nasce da un inganno. Secondo la mitologia greca, Pelope vinse la mano della sua sposa sabotando il carro del padre di lei, il re Enomao, poco prima di una gara. Il re morì durante la corsa e Pelope fondò i Giochi per commemorare la sua vittoria. Le testimonianze della storia di corruzione dei Giochi antichi sono visibili ancora oggi a Olimpia, in Grecia, lungo il percorso che conduce all’ingresso dell’antico stadio, dove si trovano piedistalli che un tempo sorreggevano le statue di bronzo di Zeus. Queste statue, chiamate Zanes, erano finanziate con le multe imposte agli atleti olimpionici che baravano. I piedistalli portavano i nomi degli imbroglioni incisi sopra come monito agli altri atleti di competere lealmente.

Un business multimiliardario
I Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi 2024, coinvolgono 10.500 atleti provenienti da 200 Paesi e regioni del mondo, attirando milioni di visitatori da tutto il pianeta. Ma le Olimpiadi, appunto, non sono solo i Giochi. Per il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) che le organizza, si tratta di un business multimiliardario, oltre a rappresentare – attraverso le classifiche dei medaglieri, la presenza dei leader mondiali alla cerimonia d’apertura e gli inni nazionali in ode ai vincitori delle medaglie – un simbolo dell’influenza geopolitica dei vari Paesi partecipanti. Gli scandali e la corruzione tuttavia hanno recato un enorme danno d’immagine al Cio negli ultimi anni.

Un episodio lampante fu nel 2015 durante il processo di assegnazione dei Giochi invernali del 2022, quando l’unico candidato plausibile era la Cina, un Paese con quasi nessuna tradizione di sport invernali. In quell’occasione, gli altri Stati non vollero candidarsi proprio a causa della corruzione sistemica e dei sovraccosti. Durante gli ultimi Giochi di Tokyo sono emersi numerosi scandali per le mazzette sui contratti, le sponsorizzazioni e il processo di partecipazione stesso. I Giochi Olimpici di Rio de Janeiro non disponevano di un budget iniziale e l’allora membro del Cio Carlos Nuzman, a capo dei Giochi, fu arrestato per corruzione poco dopo il termine delle Olimpiadi. I Giochi invernali tenuti nel 2014 a Sochi, in Russia, furono segnate da uno scandalo di doping legato allo Stato e poi insabbiato. La corruzione dilagante nel processo di offerta delle Olimpiadi Invernali del 2002 a Salt Lake City, negli Usa, costrinse il Comitato a prendere dei provvedimenti etici, mentre gli organizzatori dei Giochi Invernali del 1998 a Nagano, in Giappone, sono stati accusati di aver distrutto i registri finanziari che dimostravano spese per milioni di yen per le forme di intrattenimento lussuoso riservate ai membri del Cio.

Un Comitato d’affari?
Il Cio è composto da un centinaio di membri, ciascuno dei quali può selezionare i propri colleghi. Il suo membro più longevo è la principessa Nora del Liechtenstein – almeno un’altra mezza dozzina di altezze reali fanno parte del Comitato – ma il potere principale risiede nelle mani del suo presidente, Thomas Bach, un avvocato tedesco. Sebbene i membri del Comitato siano registrati come volontari, tutte le spese di Bach sono coperte dal Cio – nel 2022 ammontavano a 340 mila euro – oltre a un’indennità annuale di 275 mila euro e la copertura dei suoi oneri fiscali in Svizzera per un totale di 149 mila euro.

I membri del Comitato Olimpico Internazionale ricevono inoltre una diaria compresa tra i 400-800 euro per partecipare a incontri, viaggiare in prima classe e soggiornare in hotel a 5 stelle. Il Cio è un’organizzazione no-profit, un ente non governativo con sede a Losanna, Svizzera – la nuova sede inaugurata nel 2019 è costata intorno ai 190 milioni di franchi. Genera il 90 per cento delle sue entrate dalla vendita di diritti televisivi (61 per cento) e dagli sponsor (30 per cento). Il fatturato totale dell’ultimo ciclo quadriennale dei Giochi estivi e invernali, terminato con le Olimpiadi di Tokyo del 2021, ammontava a 6,98 miliardi di euro.

Il Comitato sostiene di devolvere il 90 per cento delle sue entrate allo sport, sebbene agli atleti arrivi solo una frazione della somma totale, e sono le nazioni ospitanti a caricarsi l’onere della maggior parte dei costi per l’organizzazione – la spesa ufficiale per i Giochi di Tokyo ammonta a 12 miliardi di euro, di cui oltre la metà coperta dal governo nipponico. Nonostante la difficoltà di procedere a un’analisi dettagliata, un audit indipendente ha calcolato che i costi reali fossero circa il doppio rispetto a quelli dichiarati.

C’è un consenso crescente tra gli economisti sul fatto che i Giochi Olimpici necessitino di riforme per renderli più accessibili economicamente per i Paesi ospitanti. Molti hanno sottolineato che il processo di candidatura del Cio incoraggia spese inutili, favorendo i potenziali ospiti che presentano i piani più ambiziosi. Questa cosiddetta “maledizione del vincitore” significa che le offerte eccessive, spesso spinte dagli interessi locali dell’edilizia e dell’ospitalità, superano costantemente il valore effettivo dell’ospitare i Giochi.

Le indagini francesi
Parigi ha stanziato 9 miliardi di euro per le Olimpiadi del 2024 quando si è aggiudicata l’offerta nel 2017. La città da allora ha aumentato il bilancio di qualche miliardo di euro. Le spese sono suddivise in maniera piuttosto equa tra costi operativi e nuove infrastrutture, secondo un’analisi condotta da S&P Global Ratings, e se il costo finale dovesse rimanere nei limiti prestabiliti, potrebbe trattarsi di una delle Olimpiadi estive meno costose della storia. Gli organizzatori hanno dichiarato che la decisione di affidarsi principalmente alle strutture esistenti, è servita molto a contenere le spese. I Giochi inoltre saranno sparsi anche in altri stadi della Francia, tra cui Lione, Marsiglia e Nizza. Ma Parigi ha pur sempre speso 4,1 miliardi di euro in infrastrutture, di cui 1,4 per il nuovo Villaggio Olimpico, il cui prezzo è aumentato di almeno un terzo rispetto al budget iniziale.

La polizia ha avviato una serie di indagini sulla corruzione al cuore delle Olimpiadi di Parigi 2024, che quasi certamente si concluderanno dopo i Giochi e rischiano di incidere sullo svolgimento dell’evento. A giugno dello scorso anno l’Ufficio del Procuratore Nazionale Finanziario francese (Pnf) ha disposto numerose perquisizioni, persino nella sede del Comitato organizzatore di Parigi 2024, negli uffici degli appaltatori ingaggiati dal Comitato stesso e nelle abitazioni del suo direttore generale Etienne Thobois e del direttore esecutivo, Edouard Donnelly. Ma l’inchiesta, secondo un portavoce del Pnf, è «in corso» e «gli investigatori stanno ancora analizzando i numerosi documenti sequestrati».

Si tratta di un duro colpo sia per il Comitato organizzatore che per il governo francese, entrambi impegnati a sminuire l’importanza dell’indagine prima delle Olimpiadi. Interrogata sulla questione, la ministra francese per lo Sport e i Giochi Olimpici e Paralimpici, Amélie Oudéa-Castéra, ha dichiarato di non avere «preoccupazioni specifiche», mentre il presidente di Parigi 2024, Tony Estanguet, ha definito ingiusti i paragoni con i grandi scandali di corruzione delle Olimpiadi di Rio e Tokyo. Anche il Pnf ha cercato di ridimensionare la gravità della questione, suggerendo che non si scopriranno «casi gravi di corruzione» e sottolineando che gli investigatori non vogliono interrompere i Giochi Olimpici. «Le accuse sono di favoritismo e di indebita percezione di erogazioni pubbliche», ha detto il capo del Pnf, Jean-François Bohnert. «Si tratta di una ventina di contratti per decine di milioni di euro», ha però riferito una fonte giudiziaria all’agenzia di stampa Afp

Ma il Pnf sta conducendo un’indagine parallela anche su Michael Aloisio, direttore generale aggiunto di Parigi 2024, dopo che un ex dipendente lo ha accusato di aver usato la sua influenza per aiutare una società di eventi, la Rnk, a ottenere un contratto legato a una candidatura per le Olimpiadi Invernali del 2030. Aloisio ha respinto le accuse.

A finire sotto l’occhio dei magistrati specializzati in illeciti finanziari è anche lo stipendio del presidente di Parigi 2024, Tony Estanguet, l’ex canoista francese quattro volte campione olimpionico. Il sospetto è che abbia percepito una cifra eccessiva, poiché Parigi 2024 è soggetta a uno status di ente di beneficenza e quindi qualsiasi salario dovrebbe essere limitato. Estanguet, secondo le ultime cifre rese pubbliche, percepisce 270 mila euro lordi di stipendio annuo, con possibili bonus che ammontano a un ulteriore 20 per cento. Secondo un rapporto pubblicato lo scorso ottobre da Le Canard Enchaîné, oltre a percepire uno stipendio, Tony Estanguet avrebbe anche creato una propria azienda per fatturare mensilmente al Comitato organizzatore. Questo accordo sarebbe stato adottato per evitare il limite salariale imposto alle organizzazioni caritatevoli con lo stesso status del comitato. Estanguet ha sempre negato qualsiasi illecito e il Comitato organizzatore insiste che non è soggetto a tali regole, affermando: «La natura profittevole della nostra attività, legata ai ricavi commerciali – partnership, biglietteria e diritti televisivi – è stata confermata tramite una sentenza fiscale».

Misure di contrasto
Tuttavia, a fronte del crollo delle candidature e della corruzione sistemica, il Cio sotto la presidenza di Thomas Bach ha promosso alcune riforme al processo di partecipazione, meglio conosciute come Agenda Olimpica 2020. Queste raccomandazioni includono la riduzione dei costi di candidatura, permettendo ai Paesi ospitanti una maggiore flessibilità nell’uso delle strutture sportive già esistenti, incoraggiando i candidati a sviluppare una strategia di sostenibilità e aumentando le verifiche esterne e altre misure di trasparenza. Alcuni tuttavia, ritengono siano necessarie misure più drastiche. Gli economisti Robert Baumann e Viktor Matheson sostengono che i Paesi a basso e medio reddito dovrebbero risparmiarsi il fardello di ospitare i Giochi e che il Cio dovrebbe invece «assegnare i Giochi ai Paesi ricchi che sono in grado di assorbire meglio i costi».

Andrew Zimbalist, uno dei massimi esperti in materia e critico dei costi olimpici, ha proposto che una città diventi l’ospite permanente, permettendo il riutilizzo delle infrastrutture costose. In mancanza di ciò, molti economisti sostengono che qualsiasi città che pianifica di ospitare i Giochi dovrebbe assicurarsi che essi si inseriscano in una strategia più ampia per promuovere uno sviluppo che duri oltre le festività olimpiche.

Oggi la Francia è il primo Paese a essere sotto un obbligo contrattuale esecutivo per adottare programmi di conformità anti-corruzione. Nessuno sa ancora cosa significhi esattamente, ma a partire da Parigi, passando per i Giochi invernali del 2026 e Los Angeles nel 2028, questi obblighi contrattuali saranno presenti. Va inoltre sottolineato che alla Francia sono stati assegnati i Giochi Olimpici nel 2017, lo stesso anno in cui il Paese ha adottato una nuova legge anti-corruzione altamente innovativa, la Sapin II. Questa richiede alle aziende di adottare programmi di conformità anti-corruzione per prevenire atti illeciti come accettare o proporre bustarelle, i favoritismi o l’estorsione. Nella maggior parte del mondo, la conformità anti-corruzione non è legalmente richiesta, ma la Francia ha applicato tutto questo alle Olimpiadi. Hanno messo il Comitato organizzatore sotto la giurisdizione della nuova Agenzia Francese Anti-Corruzione (Afa) il cui unico scopo è aiutare le aziende a costruire programmi di conformità. E nella revisione del comitato organizzatore, l’Afa ha scoperto problemi che rappresentano potenziali segnali di allarme, i quali sono stati inviati ai procuratori che ora stanno indagando.

Cosa prova questo? Che la corruzione è sistemica o ci troviamo davanti a un’iniziativa anti-corruzione innovativa e molto efficace? Dipende da quello che emergerà dalle indagini una volta verificati i fatti, e se verificati, quanto saranno gravi. Comunque vada, Parigi potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era nei Giochi.

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