Oblio oncologico, in Spagna è legge. Sanchez: “Chi ha superato un cancro non deve essere discriminato”
L’oblio oncologico presto entrerà in vigore in Spagna. Lo annuncia il premier spagnolo Pedro Sanchez, spiegando che si tratta di un’iniziativa che “consentirà a coloro che hanno superato il cancro da cinque anni di non essere più discriminati” o di subire condizioni più gravose al momento di contrattare prodotti o servizi come assicurazioni e mutui.
Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore entro giugno, dichiarerà nulle tutte le clausole basate su antecedenti oncologici. “Non ha senso che, dopo aver sofferto di una grave malattia, si debba essere penalizzati con condizioni più onerose”, ha spiegato il premier in un incontro con le associazioni dei malati di cancro.
Dopo la guarigione ogni persona che ha sconfitto un tumore merita di tornare alla propria vita, senza discriminazioni in base alla propria storia clinica. Negli ultimi trent’anni, infatti, lo sviluppo di nuovi percorsi diagnostici e di cura ha permesso una crescita costante della popolazione guarita da neoplasie, per cui oggi si stima che, a cinque anni dalla diagnosi oncologica, 3 persone su 5 siano ancora in vita, e i dati relativi ai pazienti in età pediatrica sono ancora più incoraggianti.
In Europa, vi sono 20 milioni di persone ancora in vita dopo aver ricevuto una diagnosi di tumore, il cui 35% appartiene al gruppo dei c.d. “lungo sopravviventi” (long-term survivors).
Tuttavia, superare la malattia a livello clinico, non significa smettere di essere considerati dei “pazienti”. Infatti, per accedere ad alcuni servizi finanziari, bancari e assicurativi spesso le persone devono dichiarare le neoplasie da cui sono state affette in passato, e pertanto possono essere classificate come clienti “a rischio”, con conseguente aggravio del trattamento. Secondo un’indagine della Irish Cancer Society, il 75% delle persone colpite dal cancro pensa di non essere stata trattata in modo equo riguardo all’accesso ai servizi finanziari. Inoltre, essere sopravvissuti a una diagnosi oncologica può altresì influenzare in alcuni casi il giudizio di idoneità all’adozione, e dunque alla genitorialità.