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Home » Esteri

Nuove sanzioni per l’Iran

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Gli Stati Uniti hanno votato nuove sanzioni sull'esportazione del petrolio iraniano a due giorni dal giuramento di Rouhani

Le esportazioni del petrolio iraniano dovranno essere ridotte di un milione di barili al giorno nel giro di un anno. La misura sanzionatoria è stata votata dalla Camera dei rappresentanti statunitense e per diventare legge ha bisogno dell’approvazione del Senato e del presidente Barak Obama.

La misura è stata adottata con 400 voti positivi e solo 20 negativi. Si tratta della prima sanzione che specifica un numero ben preciso di barili che non potranno più essere esportati. Il governo statunitense sta anche cercando di lavorare con Cina, Giappone e Corea del sud, i principali consumatori di greggio iraniano, per spingerli verso altri fornitori.

Le nuove sanzioni si pongono in contrasto con il linguaggio conciliatorio adottato finora dalla Casa Bianca, che avrebbe preferito dare al nuovo presidente Hassan Rouhani una chance. Dall’adozione del provvedimento sembra invece che il Parlamento statunitense abbia voluto mandare un chiaro messaggio all’Iran riguardo alla sua politica nucleare, proprio a due giorni dal giuramento del nuovo presidente.

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia le esportazioni di greggio sarebbero già scese con le precedenti sanzioni da 1.25 milioni di barili al giorno, registrati nel mese di maggio, a 800 mila barili al giorno nel mese di giugno.

Il membro del congresso Ed Royce, ha detto che la priorità in materia di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti è proprio evitare che l’Iran diventi una potenza nucleare. “Nuovo presidente o no, sono convinto che il leader supremo voglia proseguire su questa linea” ha detto Royce.

Uno dei 20 membri del congresso che invece ha votato contro il disegno di legge, Jim McDermott, democratico dello stato di Washington, ha detto poco prima del voto che la fretta di sanzionare l’Iran prima che Rouhani entri in carica potrebbe danneggiare gli sforzi per sgonfiare la questione nucleare. “È un segnale pericoloso da inviare e limita la nostra capacità di trovare una soluzione diplomatica alle armi nucleari in Iran” ha detto McDermott.

Rouhani, dopo il trionfo elettorale raggiunto nel mese di giugno, assumerà la carica di presidente iraniano questo sabato durante una cerimonia ufficiale, durante la quale riceverà l’approvazione formale leader supremo del paese, l’ayatollah Ali Khamenei.

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