Donald Trump difende il figlio nel caso Russiagate
Il presidente statunitense ha difeso la scelta del figlio di incontrare l'avvocata russa per avere informazioni compromettenti su Hillary Clinton
Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che il figlio maggiore Donald Trump Jr. ha fatto bene a incontrare l’avvocata russa Veselnitskaya durante la campagna elettorale presidenziale del 2016 per avere informazioni sulla candidata rivale Hillary Clinton.
Alla domanda se sapesse della riunione, Donald Trump ha negato. “Non ne sapevo nulla fino a un paio di giorni fa”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti in una intervista all’agenzia di stampa Reuters.
La notizia che Donald Trump Jr. avesse accettato di incontrare la legale russa era stata diffusa domenica 9 luglio 2017 dal quotidiano statunitense The New York Times. Martedì 11 luglio, Trump Jr. ha deciso di pubblicare le email scambiate con l’organizzatore dell’incontro Rob Goldstone.
My son Donald did a good job last night. He was open, transparent and innocent. This is the greatest Witch Hunt in political history. Sad!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 12, 2017
Il padre ha deciso di lodare la trasparenza di Donald Jr. e di difenderlo pubblicamente. “Penso che molte persone avrebbero tenuto quella riunione”, ha dichiarato il presidente Donald Trump a Reuters.
“È stato un incontro di 20 minuti, credo”, ha aggiunto Trump. “Molte persone e molti professionisti della politica hanno detto che l’avrebbero fatto”, ha concluso il presidente degli Stati Uniti.
Queste e-mail sono al momento la prova più concreta del tentativo dello staff della campagna presidenziale di ricevere un aiuto esterno per vincere le elezioni dell’8 novembre 2016. La campagna elettorale e in particolare le interferenze russe sono sotto indagine da parte del procuratore speciale Robert Mueller, della Commissione del Senato e del Comitato per l’Intelligence della Camera dei Rappresentanti statunitensi.
Proprio di fronte al Senato, nella sua audizione di conferma, è stato ascoltato il nuovo capo dell’FBI, Christopher Wray, che ha definito inaccettabile qualsiasi tentativo di bloccare le indagini del procuratore Mueller sul Russiagate.
A una domanda specifica, Wray ha dichiarato di non credere che l’indagine del procuratore speciale sia una caccia alle streghe, come l’ha definita il presidente Trump e ha aggiunto che, nonostante non abbia letto i report riservati, non c’è motivo di dubitare delle informazioni dell’intelligence sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali del novembre 2016.
Intanto la Commissione del Senato che indaga sul caso ascolterà sia Donald Trump Jr. sia l’ex capo della campagna presidenziale Paul Manafort, che, insieme a Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti, ha partecipato all’incontro con la Veselnitskaya.
Il figlio maggiore del presidente rischia ora un’accusa di aver violato le leggi sui finanziamenti elettorali, anche se l’organo che potrebbe incriminarlo risulta in stallo. La commissione elettorale federale infatti potrebbe aprire un fascicolo solo con l’approvazione di 4 membri su 6 ma l’organo federale al momento ne conta soltanto 5: un democratico, un indipendente e quattro repubblicani.
Il presidente Donald Trump intanto è volato in Francia invitato dal presidente Emmanuel Macron per una visita di due giorni in cui assisterà alla parata per le celebrazioni della presa della Bastiglia e dei cento anni dell’entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale.
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