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Nord Stream: “Esplosi 500 chili di tritolo. Bombe piazzate da robot di manutenzione”

Immagine di copertina
Credit: EPA/Danish Defence Command

Nord Stream: “Esplosi 500 chili di tritolo. Bombe piazzate da robot di manutenzione”

Le esplosioni che hanno reso inutilizzabili i gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono state causate da 500 chili di tritolo. Lo ha riportato Der Spiegel, citando fonti di intelligence. Secondo la rivista tedesca, le cariche che hanno provocato le quattro esplosioni nelle acque di Svezia e Danimarca avevano una carica equivalente a quella di una bomba pesante da aereo.

Continuano intanto a salire le tensioni tra i paesi occidentali e la Russia, accusata dagli Stati Uniti di aver sabotato i due gasdotti che collegavano direttamente Russia e Germania.

Vladimir Putin ha invece parlato di “un sabotaggio degli anglosassoni”, durante il duro discorso che  ha preceduto l’annessione di quattro regioni ucraine. “Hanno iniziato a distruggere l’infrastruttura energetica paneuropea”, l’accusa lanciata ieri dal presidente russo. Pronta la risposta di Joe Biden, che ha accusato la Russia di “pompare disinformazione e bugie” sottolineando che le affermazioni del leader russo “non sono vere”. Secondo il presidente statunitense, si è trattato di “un atto di sabotaggio deliberato”, come già affermato dall’Unione Europea e dalla Nato. Biden ha anche  annunciato che gli Stati Uniti stanno lavorando per determinare cosa è successo: “manderemo i subacquei a scoprire esattamente cosa è successo”

Secondo Der Spiegel, le cariche che hanno provocato le quattro esplosioni nelle acque di Svezia e Danimarca avevano una carica equivalente a quella di una bomba pesante da aereo.

A collocare gli ordigni potrebbero essere stati i robot usati per la manutenzione del gasdotto, che operano all’interno della struttura del gasdotto. Una teoria riportata dal quotidiano britannico The Guardian, che la ritiene più probabile rispetto a quella di un attacco con mini sottomarini, dato l’ammontare di esplosivo ipotizzato. Questa pista porterebbe direttamente a un attacco realizzato da un “potere statale”. Durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dalla Russia, ieri l’ambasciatore di Mosca ha dichiarato che “senza dubbio” gli Stati Uniti avrebbero potuto trarre vantaggio dal sabotaggio dei gasdotti. “I fornitori americani di gas naturale liquefatto dovrebbero celebrare il vasto aumento delle forniture in Europa”, ha affermato Vassily Nebenzia.

“Lasciatemi essere chiaro, gli Stati Uniti negano categoricamente qualsiasi coinvolgimento in questo incidente e respingiamo un’affermazione che afferma il contrario”, ha risposto Richard Mills, vice rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.

Ieri la Russia ha anche posto il veto su una risoluzione che condanna l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, controllate solo in parte dalle forze russe. Una decisione che ha accentuato le tensioni tra Russia e paesi occidentali, sempre più sotto il segno del pericolo nucleare. A preoccupare sono le parole di Vladimir Putin, che ha ribadito in diverse occasioni di essere disposto a difendere i territori annessi unilateralmente alla Federazione Russa, “con ogni mezzo”. Tuttavia, secondo il governo ucraino, l’annessione non cambierà il corso della guerra. “Non cambia nulla per l’Ucraina: continuiamo a liberare la nostra terra e il nostro popolo, ripristinando la nostra integrità territoriale”, ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

Proprio ieri nella città di Zaporizhzhia, capoluogo di una delle regioni annesse, ha destato scalpore un attacco contro un convoglio umanitario ha causato almeno 30 morti e decine di feriti. Un attacco fatto da “disumani”, ha detto Volodymyr Zelensky, puntando il dito contro le forze russe.

Sempre nei pressi Zaporizhzhia, è stato arrestato Ihor Murashov, direttore generale della centrale nucleare di Energodar, la più grande d’Europa. Secondo l’agenzia nucleare ucraina, Energoatom, il dirigente è stato arrestato dai soldati russi ieri pomeriggio, mentre si recava alla centrale. “Per il momento non ci sono informazioni sulla sua sorte”, ha detto Petro Kotin, presidente di Energoatom. “La detenzione da parte dei filorussi mette a repentaglio la sicurezza operativa dell’Ucraina e della più grande centrale nucleare d’Europa”, ha aggiunto.

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