No vuol dire no: in Germania si vota per riformare la legge sullo stupro
Al Bundestag è in approvazione una legge nota come “lo statuto del ‘no’ vuol dire ‘no’”, che ampli la definizione giuridica di ciò che può essere punibile come stupro
Al parlamento tedesco è in corso di approvazione una proposta di legge ormai nota come “lo statuto del ‘no’ vuol dire ‘no’”, che ampli la
definizione giuridica di ciò che può essere punibile come stupro.
Secondo la legge attualmente vigente, che rientra nella
sezione 177 del codice penale tedesco, affinché un atto di violenza possa
essere definito stupro, la vittima deve aver provato a difendersi dal suo
assalitore.
Se invece il rifiuto è stato un semplice “no” inteso come
rifiuto verbale, l’imputato non può essere condannato, il che ha fatto sì,
secondo diverse associazioni di supporto alle vittime di violenza sessuale, che
molti stupratori siano riusciti a non pagare per il proprio crimine.
Secondo gli attivisti che si occupano del tema, la Germania
è ancora indietro quando si tratta di leggi sullo stupro, basti pensare che lo
stupro coniugale è diventato un reato penale solo nel 1997.
Uno dei motivi che hanno accelerato la legge sarebbe l’ondatadi attacchi di capodanno a Colonia, che ha sconvolto la popolazione tedesca sia
subito dopo gli eventi che quando si è saputo che solo pochi degli aggressori
sono stati effettivamente condannati.
Gli attacchi sono infatti stati l’ispirazione per una
campagna di riforma della legge pubblicizzata con l’hashtag #NeinHeisstNein (“No
vuol dire no”).
Un altro caso che ha fatto clamore sull’argomento è stato
quello della modella tedesca Gina-Lisa Lohfink, multata con 24mila euro per
falsa testimonianza dopo aver accusato due uomini di averla drogata e stuprata,
nonostante esistesse un video dell’accaduto in cui si poteva sentire la donna
dire “Smettetela” e “No!”.