Il negozio di dischi californiano che per battere la crisi vende (legalmente) marijuana
Uno dei più noti punti vendita musicali d'America, Amoeba Music a Berkeley, ha ottenuto una licenza di vendita per la marijuana allo scopo di attrarre nuovi clienti
Prima con l’avvento dei download di musica digitale, e poi
con le piattaforme di streaming come Spotify o Apple Music, l’industria del
disco negli ultimi anni non ha vissuto i suoi tempi migliori. Ormai sono pochi
quelli che scelgono di voler possedere un album in formato non virtuale, e
nonostante le vendite dei vinili abbiamo ultimamente visto una rinascita, si
tratta comunque di un fenomeno di nicchia che non può fare abbastanza per la
crisi generale dei punti vendita musicali.
In questo senso, perfino uno dei più noti negozi di dischi
del mondo, l’Amoeba Music di Berkeley, considerato la “mecca della musica” in
California, ha deciso di trovare un piano di business alternativo per poter
mantenersi in vita e allo stesso tempo diversificare le proprie attività di
vendita.
Il negozio di Telegraph Avenue, nel nord della California, dopo
una carriera di 26 anni nella vendita di dischi, ha infatti ottenuto alla fine di settembre un’autorizzazione ufficiale da parte della giunta comunale per
la vendita di un altro genere di conforto: la marijuana.
Nello stato americano è infatti possibile da alcuni anni
vendere legalmente marijuana per uso terapeutico in luoghi autorizzati e con
personale medico a disposizione, che in questo caso occuperà la sezione del
negozio prima adibiti al jazz.
Il cofondatore Marc Weinstein ha infatti rivelato nel 2015
che i guadagni della sua catena (con altri due punti vendita a Los Angeles e
San Francisco) sono solo la metà di quelli del 2008, quando la musica digitale
non aveva ancora del tutto surclassato i supporti fisici.
Bisognerà ora vedere se il connubio tra buona musica e
cannabis, in una terra che negli anni d’oro della Summer of love ha ottenuto grandi risultati da quest’unione, avrà
effetti benefici non solo sui consumatori ma anche sugli affari dell’impresa. E
chissà, magari Amoeba Music sarà d’esempio per un nuovo modello da applicare in
molti altri negozi di dischi in crisi.
Qui un grafico realizzato dalla testata Quartz che illustra l’andamento delle vendite di musica su supporto fisico e virtuale negli ultimi anni, a partire da dati dell’IFPI Global Music Report 2016: