Un ex membro delle SS naziste di 95 anni è stato espulso dagli Stati Uniti e portato in Germania
Jakiw Palij è arrivato negli Stati Uniti nel 1949, dicendo di essere un semplice contadino polacco
Uno dei pochi membri ancora in vita delle SS, l’organizzazione paramilitare nazista, è stato espulso da New York, dove vive dal 1949, e rimandato in Germania.
Jakiw Palij è entrato negli Stati Uniti settant’anni fa dicendo di essere un semplice contadino polacco e da allora vive nel Queens. Oggi ha 95 anni ed è stato messo su un aereo per Dusseldorf, in Germania.
Ma, circa vent’anni fa, le autorità statunitensi si sono rese conto che in realtà Palij non era un tranquillo contadino, bensì un membro delle SS, i corpi d’élite del Partito Nazionalsocialista Tedesco al servizio dei gerarchi nazisti.
Palij aveva lavorato, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel campo di concentramento nazista in Polonia di Trawniki come guardia armata. Secondo la Casa Bianca, l’uomo aveva giocato “un ruolo indispensabile” nello sterminio di moltissimi prigionieri.
Nel lager, poco lontano da Lublino, si internavano migliaia di ebrei e si addestrava la polizia ausiliaria delle SS, ovvero quei Trawnikimänner che ebbero un ruolo rilevante nello svolgimento della “soluzione finale della questione ebraica”. Molte delle SS formate a Trawniki andavano poi ad operare nei famosi campi di sterminio di Sobibor, Treblinka e Belzec.
La sua nazionalità statunitense, che gli era stata concessa nel 1957, è stata revocata nel 2003, e nel 2005 un giudice ha ordinato la sua espulsione del paese dopo che una corte l’ha trovato colpevole di persecuzione dei prigionieri. Non è stato invece trovato direttamente responsabile della loro morte.
Per tredici anni l’uomo non è stato invece espulso ha potuto rimanere tranquillamente nella propria casa nel Queens insieme alla moglie, Maria.
Diverse volte ci sono state delle manifestazioni organizzate dalla comunità ebraica newyorchese contro la sua presenza lì.
Come le autorità hanno scoperto la vera identità di Palij
Finita la guerra, Palij rimase amico di altre guardie naziste che si erano recate negli Stati Uniti con bugie simili a quelle raccontate dall’uomo.
La vera identità dell’uomo, arrivato nel 1949 a New York, è stata scoperta nel 1989 quando un’altra ex guardia di Trawniki l’ha identificato per le autorità canadesi.
Il Canada ha passato le informazioni all’unità del Dipartimento di Giustizia statunitense adibito alla ricerca degli ex nazisti nascosti nel Paese.
Gli investigatori hanno cercato notizie su Palij fin dall’inizio degli anni ’90 e l’hanno trovato nel 1993.
Soltanto nel 2001 l’uomo ha accettato di firmare un documento in cui ammetteva di essere stato una guardia al campo di concentramento polacco e membro del battaglione Streibel.
Palij, però, nel 2003 ha raccontato al New York Times di non aver mai collaborato volontariamente con i nazisti, di non aver mai messo piede nel campo di concentramento e di aver lavorato come guardia solo perché temeva che i nazisti avrebbero ucciso la sua famiglia se non collaborava.
Perché il 95enne è stato espluso soltanto ora
La mancata espulsione era dovuta al fatto che sia la Polonia che l’Ucraina, dove si trova oggi il territorio dove sorgeva il campo di Trawniki, si erano rifiutate di accettare l’uomo, dicendo che fosse responsabilità della Germania.
Dopo settimane di negoziati diplomatici, la Germania ha finalmente accettato di ricevere Palij, che il consiglio di giustizia statunitense definisce come “l’ultimo criminale nazista conosciuto negli Stati Uniti”.
Spiegando il motivo per cui ha mentito rispetto al suo passato, Palij ha detto semplicemente agli investigatori che l’hanno interrogato nel 1993 che non avrebbe mai ricevuto il visto se non avesse mentito. “Lo facevano tutti”, ha aggiunto l’uomo.
Il caso dell’ex SS 95enne ricorda quello di John Demjanjuk, espulso nel 2009. Una corte di Monaco lo aveva giudicato colpevole dell’omicidio di 28mila persone nel campo di concentramento di Sobibór, in Polonia.
Non si sa ancora, però, se Palij sarà processato da una corte tedesca, dato che non ci sarebbero abbastanza prove della sua colpevolezza.
Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas ha commentato il ritorno dell’uomo in Germania con la rivista Bild, dicendo: “Non c’è una linea di demarcazione per la responsabilità storica. Fare giustizia alla memoria delle atrocità del periodo nazista vuol dire combattere l’antisemitismo, la discriminazione e il razzismo. E vuol dire far fronte ai nostri obblighi morali nei confronti delle vittime e delle generazioni successive. La colpa di quelli che hanno compiuto quei crimini in nome della Germania non si dissolverà mai. Il dolore continua ad essere profondo”.
Gli altri nazisti degli Stati Uniti
Palij non è però davvero l’ultimo nazista rimasto in America. Dal 2017, la Polonia sta chiedendo l’estradizione di Michael Korkoc, un ex comandante di un’unità delle SS che ha bruciato svariati villaggi polacchi e ucciso molti civili durante la guerra.
Korkoc oggi ha 99 anni e vive a Minneapolis.
Oltre a Korkoc, si ritiene ci siano nel Paese tanti altri nazisti arrivati nel Nuovo Mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale sotto falsa identità.
Si crede che all’epoca ne arrivarono all’incirca 10mila, ma gli Stati uniti hanno cominciato a identificarli soltanto negli anni ’70. Da allora, il Dipartimento di Giustizia ha avviato procedimenti giudiziari contro 137 sospetti nazisti, espellendone 67. Degli altri, 28 sono morti prima del giudizio e altri 9 sono morti attendendo la deportazione.